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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2011 alle ore 12:16.

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Fabio Novembre per Driade, poltrona «Nemo», 2010 © Settimio BenedusiFabio Novembre per Driade, poltrona «Nemo», 2010 © Settimio Benedusi

Richard Hutten, designer, Rotterdam ~ Come possono fare i designer per creare prodotti migliori invece che più prodotti? In altre parole, come possiamo far prevalere la qualità sulla quantità, senza perdere in termini di profitti e guadagnando in sostenibilità?

Aldo Cibic, architetto e designer, Milano ~ Se ci sarà sempre minor disponibilità di petrolio avremo una vita grama o riusciremo lo stesso a inventarci un futuro interessante? Ma come? Riusciremo a costruire degli obiettivi comuni?

Massimo Iosa Ghini, architetto e designer, Milano ~ La sostenibilità va bene ma non c'entra niente con il Made in Italy. E se c'entra come si può coniugare?

Vanni Pasca, storico del design, Milano ~ Come mai più della metà di ciò che Ikea vende in Italia è prodotto da aziende italiane, mentre non è riuscita a nascere dalla collaborazione tra aziende italiane un'Ikea italiana? Come mai il fior fiore delle aziende italiane di design è oggi proprietà di finanziarie o di grandi aziende straniere come Philips?

Davide e Gabriele Adriano, designer, Torino ~ Il design, quello vero, quello italiano, sta morendo! Chi sono i colpevoli? I giornalisti che vendono per design quello che in verità non è design? Gli industriali che con la loro politica al ribasso chiedono progetti gratis tappandosi poi il naso sulla qualità convinti comunque di fare affari? Le scuole che in questo momento fanno cassa vendendo "il design", a poveri illusi, senza avere idea di che cosa è? O i progettisti che hanno smesso di combattere questo sistema malato accettando un ruolo da emarginati?

Adam Thirlwell, scrittore, Londra ~ Nel design esistono principi universali? In altre parole, esiste una politica del kitsch?

Arturo Dell'Acqua Bellavitis, presidente del corso di laurea in Fashion design del Politecnico, Milano ~ Può il design riscoprire le sue radici democratiche?

Karim Rashid, designer, New York ~ Il design si sta finalmente democratizzando? Sta finalmente diventando un oggetto di pubblica discussione?

Marco Romanelli, architetto, Milano ~ Mentre noi teorici del design discutiamo, prodotti ben lontani da un controllo progettuale rotolano sul mondo, invadendolo. In che modo si può riuscire a far emergere il cosiddetto design dalla nicchia elitaria in cui si è, volutamente, chiuso affinché diventi un'"arte popolare"?

Piergiorgio Robino, designer dello studio Nucleo, direttore creativo eventi Mila Schön, Torino ~ Qual è il rapporto tra le scelte democratiche e le norme che dovrebbero regolare l'animale progettuale?

Anna Gili, designer e artista, Milano ~ Sono più importanti gli uomini o gli animali?

Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, Torino ~ Sto progettando un negozio che venda solo domande. Mi sono stufato di vendere risposte. Un negozio pieno zeppo di domande, dove ciascuno possa trovare una bella domanda per sé, oppure da regalare. A volta una buona domanda può dare più conforto di una risposta. Una bella domanda come: «Ma siamo sicuri che le certezze siano meglio dei dubbi?» a che prezzo la vendereste? Quel negozio lo vorrei chiamare "Perché", senza punto di domanda, senza punto di risposta. Avete un'idea migliore? Gérard Uféras, fotografo, Parigi ~ Il design è una risposta o una domanda?

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