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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2011 alle ore 12:16.

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Fabio Novembre per Driade, poltrona «Nemo», 2010 © Settimio BenedusiFabio Novembre per Driade, poltrona «Nemo», 2010 © Settimio Benedusi

Marzia Corraini, editore, Mantova ~ Quanto ancora contano le mani nel progettare idee, oggetti, architetture? Quanto le mani possono legare il progetto al rispetto per l'uomo e la natura?

Elis Doimo, presidente di Casamania by Frezza, Vidor (Treviso) ~ Qual è il rapporto tra oggetto di design e natura, tra oggetto di design e artificio, tra oggetto di design e storia?

Miriam Mirri, designer, Milano ~ Abbiamo troppo ma ci manca spesso la cosa giusta e non possiamo buttare via tutto per acquistare altro; come possiamo integrare con idee nuove?

Gilda Bojardi, direttore di Interni e di Grazia Casa, Milano ~ Quali sono le risposte che progettisti/architetti e creativi sono in grado di offrire a scale differenti e che coinvolgono l'intero mondo che ci circonda: la casa, la città, il paesaggio e il territorio? In un momento storico in cui emerge la necessità che le proposte progettuali riflettano su una sperimentazione rivolta non più a una società consumistica ma a una società in cerca di progetti/prodotti che abbiano un nuovo destino nel tempo e nello spazio, quali sono le proposte flessibili che animano l'attuale confronto sui temi del progetto contemporaneo?

Anna Dello Russo, editor at large e consulente creativa di Vogue ~ Si può tornare a parlare di scimmione saggio come reazione e soluzione a tutti i danni provocati da questo intervento dell'uomo sull'ambiente? Ovvero si può tornare a vivere in condizioni più consone e meno impattanti?

Philippe Grohe, brand manager di Axor Hansgrohe, Schiltach, Germania ~ Come possiamo trascendere con maggior rispetto e una prospettiva di lungo periodo non solo il design ma tutto quello che facciamo? Com'è possibile fare qualcosa solo a patto che rappresenti davvero un passo avanti? E come possiamo far capire alle persone che una prospettiva di lungo periodo comporta un certo costo, che solo a un primo sguardo appare essere più oneroso?

Carlo Valli, imprenditore, Renate (Monza) ~ In un mondo globalizzato nel quale un oggetto o un mobile presentato oggi lo si può trovare copiato dopo una settimana a prezzi estremamente più bassi, quali strumenti ha e cosa può fare il designer per tutelare la propria creatività?

Tommaso Sartori, fotografo, Parigi ~ Credo sia più che mai urgente pensare al progetto (qualsiasi esso sia) in termini di sostenibilità ambientale e in termini di recupero delle risorse, cosa che non mi sembra essere ancora una priorità. Poi c'è la questione della qualità del prodotto finito e della sua durevolezza, cosa sempre meno considerata a livello progettuale, perché la realizzazione sarebbe troppo costosa e verrebbe a mancare il profitto. Nella fotografia ad esempio anche un bambino saprebbe riconoscere la qualità intrinseca di un dagherrotipo se paragonata a una stampa digitale e le prime stampe digitali stanno già svanendo. Perché dunque non iniziare a cambiare questo stato delle cose?

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