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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2012 alle ore 15:25.

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Il tema della misurazione del benessere degli individui e delle società sta trovando ampi spazi di discussione in tutto il mondo. È affrontato dai decisori politici, dalla statistica ufficiale e da ampi settori della società civile nazionale e internazionale. A partire dal 2001 l'Ocse ha promosso diverse iniziative nell'intento di aumentare la consapevolezza sul tema della misurazione del progresso sociale, messe in rete a livello locale, nazionale o internazionale.

Il lavoro più significativo in quest'ambito è il Rapporto finale della «Commissione sulla misurazione della performance economica e del progresso sociale», del 2009, a cura della cosiddetta commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi. Vi si propone uno «spostamento dell'enfasi dalla misurazione della produzione economica alla misurazione del benessere delle persone». La Commissione raccomanda, inoltre, di misurare il benessere attraverso un approccio multidimensionale che tenga conto anche degli aspetti di valutazione soggettiva dei cittadini e di affiancare alle analisi anche indicatori di sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica e sociale. Tali raccomandazioni hanno il pregio di provenire da una Commissione di eccezionale autorevolezza, potendo contare addirittura sul lavoro di cinque premi Nobel.

In questi stessi anni si sono sviluppate numerose iniziative a livello nazionale e locale, come il «Canadian index of wellbeing», il Measures of Australia's progress, la misurazione del Gross national happiness index in Buthan, mentre nel Regno Unito nel 2010 l'Office for national statistics ha lanciato il programma «Measuring national well-being». Anche in Italia si contano diverse esperienze a scala regionale, provinciale e comunale, tra cui quelle dell'Ires Piemonte e «oltre il Pil» promossa in Veneto da Unioncamere e l'Università Ca' Foscari.

L'importanza del dibattito sugli indicatori di benessere dipende dal fatto che se gli strumenti di misurazione utilizzati non sono corretti, possono indurre a prendere decisioni inefficaci o sbagliate. La politica ha sempre più bisogno di una base informativa forte e legittimata ed è essenziale che in periodi di crisi le decisioni siano prese con la maggiore cognizione di causa possibile. Ad esempio, il ministero del Tesoro australiano, fin dal 2001, ha elaborato uno schema concettuale basato sul concetto di benessere che considera in particolare i seguenti fattori: le opportunità di cui godono i cittadini; la distribuzione e la sostenibilità delle opportunità; il livello e l'allocazione dei rischi che i cittadini e le comunità devono sostenere; il grado di complessità delle decisioni che cittadini e comunità devono affrontare. Negli Stati Uniti, il General accountability office, la commissione parlamentare con compiti di monitoraggio dell'azione di Governo, in partenariato con l'Accademia nazionale delle scienze, ha promosso la costruzione di un sistema nazionale di indicatori chiave, il «Key national indicator system».

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