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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2012 alle ore 15:25.

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Partendo da indicazioni fornite dai cittadini e dai risultati delle esperienze internazionali, il comitato Cnel-Istat ha sviluppato una definizione condivisa del benessere della società italiana, articolata in 12 domini. Nove domini misurano obiettivi primari per il benessere individuale e sociale e tre domini misurano fattori che influenzano il contesto sociale in cui vivono i cittadini e indirettamente il benessere sociale e individuale. Le dimensioni individuate sono: ambiente, salute, benessere economico, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, relazioni sociali, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ricerca e innovazione, qualità dei servizi, politica e istituzioni.

Si è affrontato, inoltre, il problema di come integrare la sostenibilità nel Bes. La sostenibilità è un aspetto fondamentale per stabilire se il livello attuale di benessere potrà essere trasmesso alle generazioni future. Come ha sostenuto anche la Commissione Stiglitz, benessere attuale e sostenibilità non possono essere rappresentati dagli stessi indicatori. Di conseguenza, si procederà a individuare dapprima le misure del benessere umano e ambientale dell'oggi, le quali saranno affiancate da altre che, attraverso la misurazione del capitale economico, umano, sociale e naturale e l'identificazione di alcuni fattori di rischio, permettano di misurare la sostenibilità. Nella primavera del 2012 è previsto che la Commissione scientifica licenzi la lista finale degli indicatori. Una volta approvati gli indicatori, Istat e Cnel provvederanno alla produzione – entro dicembre 2012 – del primo rapporto sullo stato del «Benessere equo e sostenibile in Italia».

Per raggiungere una misura condivisa a livello nazionale sulla selezione degli indicatori è essenziale un confronto tra i diversi attori rispetto a un'idea di benessere. A questo scopo l'Istat ha realizzato a febbraio 2011 una prima consultazione dei cittadini sull'importanza delle dimensioni del benessere. La consultazione (condotta su un campione di 45mila persone dai 14 anni in poi rappresentativo della popolazione residente in Italia) è stata realizzata con l'inserimento nell'indagine multiscopo di un set di quesiti sui diversi aspetti importanti per la vita. È stato dunque possibile raccogliere le opinioni di tutti gli strati della popolazione cosicché, da questo punto di vista, tale rilevazione rappresenta un caso unico nel panorama internazionale. Per coinvolgere il più possibile la società civile nel processo di selezione delle dimensioni del benessere Cnel e Istat hanno creato il sito www.misuredelbenessere.it, che offre la possibilità di rispondere a un questionario online e/o di collaborare a un blog, consentendo a tutti di contribuire a definire «che cosa conta davvero per l'Italia». Durante i mesi che vanno da ottobre 2011 a febbraio 2012, i cittadini sono stati invitati a rispondere online a un questionario per esprimere le proprie opinioni sul set di 12 dimensioni del benessere proposto dalla Commissione, dando l'opportunità ai rispondenti di segnalare eventualmente dimensioni aggiuntive.

Il consenso sull'importanza di andare "oltre il Pil" è quasi unanime. Le dimensioni del benessere considerate più importanti dai rispondenti sono la salute (98%), l'ambiente (95,1%), l'istruzione e la formazione (92,4%) e la qualità dei servizi (91,2%). Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, ricerca e innovazione, paesaggio/patrimonio culturale e relazioni sociali si trovano in una posizione intermedia, con una percentuale di rispondenti che li considerano importanti che va dal 76% (relazioni sociali) all'89% (lavoro). Molto interessante è poi rilevare che alcune dimensioni vengono considerate meno importanti da una quota non irrilevante di rispondenti, quali: il benessere economico (44,8%), la soddisfazione per la propria vita (44,3%), la partecipazione politica e la fiducia nelle istituzioni (37,2%), la sicurezza (30,3%).

Un risultato importante della consultazione è che le dimensioni finora considerate sono ritenute sufficienti a misurare il benessere dei cittadini. L'unica mancanza che emerge – grazie a un intervento di Slow food – è quella di una valutazione della qualità del cibo, ritenuto da molti uno degli aspetti fondativi del benessere del nostro Paese.

Il Bes aspira a divenire una sorta di «Costituzione statistica» perché la riflessione su come misurare il benessere e su quali ne sono le dimensioni è anche una riflessione su come la politica definisce i suoi obiettivi e valuta i risultati della sua azione. A breve le misure del Benessere equo e sostenibile (Bes) saranno a disposizione dell'opinione pubblica, del Parlamento e del Governo che avranno l'opportunità di adottarle nei propri processi decisionali. L'adozione di strutture analitiche di valutazione ex-ante ed ex-post dell'impatto delle politiche è essenziale al fine di ottenere i risultati attesi. Il tema è tanto più urgente in una fase di crisi durante la quale le risorse sono scarse e non è possibile permettersi l'adozione di misure poco efficaci.

L'Italia ha l'opportunità di svolgere un ruolo chiave in questo processo, ponendosi all'avanguardia in un nuovo modo di intendere la politica e il rapporto tra quest'ultima, le parti sociali e i cittadini, nel pieno funzionamento di una democrazia moderna nella cosiddetta «società dell'informazione».

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