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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2012 alle ore 16:56.

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Se a questo argomento economico aggiungiamo che da tempo l'Europa cerca una forma di giustizia sociale e - preoccupazione più immediata – il rischio fatto incorrere al senso di solidarietà europea, diventa ovvio che i recenti interventi finanziari sono stati disastrosi. Non vuol dire che l'impegno per la giustizia sociale prevale sempre e comunque, ma che non può essere spazzato via dalle decisioni unilaterali di leader finanziari, qualunque posizione eccelsa o modesta occupino nel proprio limitato ambiente. Resta sempre il bisogno di esaminare razionalmente ciò che un paese può e non può permettersi (tenuto conto di tutti i fattori, comprese le variazioni nella composizione per fasce di età della popolazione), una cosa assai diversa dal controllare ciò che un paese può permettersi con una gestione finanziaria ed economica inefficiente – come quella subita dall'Europa negli ultimi anni - e con idee confuse sul tasso di cambio, sulle esigenze del mercato e sulla competitività economica.

Il principio guida dovrebbe invece essere quello specificato con molta chiarezza da Adam Smith nella Ricchezza delle nazioni. Una buona economia politica, diceva, deve avere "due obiettivi distinti": il primo, procurare un reddito o una sussistenza abbondante alla popolazione, o più esattamente renderla in grado di procurarsi da sé tale reddito o sussistenza; il secondo, fornire allo stato o alla comunità (commonwealth) un reddito sufficiente per i servizi pubblici."

Un punto finale, e importante, è che una considerazione seria dei tipi di riforma necessari in Europa è stato ostacolata - invece di aiutata - da una confusione crescente tra (1) la riforma di cattivi sistemi amministrativi e (2) l'austerità intesa come tagli spietati ai servizi pubblici e allo stato sociale. All'Europa servono riforme di svariati tipi, arginare l'evasione fiscale e il favoritismo praticato dai funzionari pubblici nell'esercitare il potere dato loro dalla società, regolamentare le banche che tendono a operare in maniera irresponsabile (o peggio ancora, a perseguire senza intralci il guadagno, soprattutto sotto forma di profitti a breve termine), modificare accordi economicamente insostenibili sull'età pensionabile. Per colpa di un'analisi confusa, i requisiti della presunta disciplina fiscale hanno amalgamato riforme e austerità. Un esame attento della domanda di giustizia sociale avrebbe invece fatto considerare in maniera ben diversa le riforme indispensabili e i tagli indiscriminati ai servizi pubblici. Anche se un pensiero economico rozzo ha eliminato la distinzione, potrebbero ristabilirla discussioni pubbliche adeguate, cioè un «governo attraverso la discussione».

L'Europa ha avuto un'importanza straordinaria per il mondo che da essa ha imparato moltissimo. Può averla ancora, se mette in ordine la propria casa economicamente, politicamente e socialmente. E' indispensabile e non soltanto per l'Europa. (Traduzione di Sylvie Coyaud)

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