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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 08:19.

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INTERVISTATORE
La richiesta di energie?
SACCHI
La richiesta tecnica del giocatore che è in possesso palla: se sei a dieci metri è facile se sei a trenta metri sarà più complessa, no?. E ci sarà più tempo da parte dell'avversario per intervenire. Se un giocatore si allarga e invece deve stringere, allora devi fare delle simulazioni di partita, devi, capendo quello che non sta venendo fuori, fare delle esercitazioni, ma devi poi rifare la stessa esercitazione bene, benino, male, malissimo, è come suonare non so "Volare" [Nel blu dipinto di blu], un'orchestra la può suonare benissimo, malissimo, però è sempre "Volare" [Nel blu dipinto di blu].

INTERVISTATORE
Ma quindi adesso comunque il suo metodo è diventato la norma, se hanno preso lei.
SACCHI
In Italia c'è un grande problema. Purtroppo le squadre sono meno lineari di quanto fosse la torre di Babele. Perché quando andavo in un club cercavo di mandarne via il più possibile? Perché quando arrivi trovi che negli ultimi cinque anni ci son stati cinque allenatori diversi quando non son stati otto, dieci, e ognuno ha portato dei giocatori suoi che erano adatti per il suo gioco e quindi che non son funzionali al progetto.
Van Basten mi chiedeva sempre «ma perché noi dobbiamo vincere e convincere quando agli altri basta solo vincere?» e io dicevo «tu vedi la gente come si diverte». Io arrivai che avevamo 33.000 abbonati, mi pare che il secondo anno avessimo qualche cosa come 60.000. Noi ci dobbiamo divertire per una proprietà transitiva, così riusciamo a far divertire il pubblico. World Soccer, che è la bibbia del calcio mondiale, attraverso i suoi esperti due o tre anni fa stilò l'elenco delle squadre più belle di tutti i tempi e misero al primo posto il Brasile del '70, al secondo posto l'Ungheria del '53, al terzo posto l'Olanda del '74, al quarto posto, e prima squadra di club, il Milan del '89, e allora quando ci siam trovati non molto tempo fa per una partita che facemmo qui a San Siro, dissi a Van Basten: «Hai capito perché bisognava vincere e convincere?». Per me una vittoria senza merito non è una vittoria: adesso ai giovani dico vale più della vittoria il modo in cui la si ottiene. Perché questo non è un Paese per giovani? Perché noi non giochiamo un calcio per giovani, perché giochiamo un calcio difensivo. Secondo lei i giovani sono capaci più a rompere o a costruire? Giochiamo un calcio individuale, specialistico, giochiamo un calcio di trucchi, da mestieranti. I giovani hanno bisogno di giocare un calcio d'attacco, di generosità, dove sbagliano molto ma creano anche molto, un calcio fatto di entusiasmi e hanno bisogno di avere un filo conduttore che è il gioco. Se lei facesse l'allenatore e non fosse sicuro del suo lavoro andrebbe a prendere dei giocatori giovani o dei giocatori esperti che saprebbero completare quello che lei non sa? Se fosse sicuro del suo lavoro, andrebbe a prendere dei giocatori giovani che sa che sono più recettivi, con una capacità di apprendimento maggiore, una generosità maggiore, con un'energia maggiore, con un entusiasmo maggiore. Non ci sarebbe storia. Allora lei vede si capisce subito chi è più allenatore e chi è più gestore. Chi è più allenatore è chi ha delle grandi idee e va sui giovani.

INTERVISTATORE
Se ha delle grandi idee ci deve lavorare ossessivamente.
SACCHI
Nell '89 andammo a Tokyo, vincemmo la Coppa intercontinentale, in tre quattro mesi avevamo vinto tutto, ma non mi era piaciuta la partita, festeggiavamo, facemmo una cena, a metà della cena dissi con i collaboratori: «Finita la cena ci riuniamo che voglio parlar con voi». Sapevo che non era il momento però avevo fretta. Uno mi disse: «Dai, Arrigo, prendiamoci una sera di riposo». E io risposi: «Sì, così gli altri ci superano». In questa ossessione, che Pavese un giorno definì "ossessione arte", è quella che ti brucia ed è la stessa che ha bruciato e sta bruciando il mio amico Guardiola, è quella che ti permette di fare qualche cosa che altrimenti non sarebbe possibile fare.

INTERVISTATORE
A proposito di Guardiola come funzionano i rapporti tra i grandi allenatori, lui è venuto a chiederle consigli?
SACCHI
Noi siamo amici da sempre, lui ama il calcio quindi gli piace parlare di calcio e quando io facevo delle conferenze in Spagna un paio di volte l'ho visto che veniva, poi parlavamo, ci trovavamo. E un giorno mi chiese: «Arrigo, dai, dimmi un nome di un difensore per iniziare il gioco». Guarda, questa è una richiesta che in Italia non me l'ha mai fatta nessuno perché da noi il difensore deve rompere, non costruire. I difensori nostri per farli venir su, loro son cento anni che vedono che non torna nessuno, per far ritornare gli attaccanti che son cento anni che non ritornano... Il Barcellona è diventato grande pur mettendo via dei giocatori individualmente fenomenali, Ronaldinho, Deco, Ibrahimović e sostituendoli con emeriti sconosciuti o con dei giocatori normali come Villa e uno dice ma com'è possibile? Anche l'Argentina ha Messi, ma quanto serve il Barcellona a Messi se con l'Argentina finora ha sempre deluso?

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