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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2010 alle ore 10:30.
Coniugare la disciplina di bilancio con il ritorno alla crescita, facendo appello alla capacità di fare, all'equità, al desiderio di sapere, alla solidarietà. Combattere l'evasione fiscale, che è un freno alla crescita. E gli evasori sono una delle cause della «macelleria sociale». Infatti se tutta l'Iva venisse pagata il nostro rapporto debito/Pil «sarebbe tra i pià bassi della Ue». E. ancora, cresce il disagio dei giovani nel mercato del lavoro ed é necessario prolungare la vita lavorativa. Sono alcuni dei messaggii lanciati dal Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, nelle sue considerazioni finali all'assemblea ordinaria dei partecipanti di via Nazionale. La crisi, ha sottolineato il Governatore, «ci ha ricordato in forma brutale l'importanza dell'azione comune, della condivisione di obiettivi, politiche, sacrifici. È una lezione che vale per il mondo, per l'Europa, per l'Italia».
La crisi ha reso più urgenti le riforme strutturali del Paese: la caduta del prodotto accresce l'onere del finanziamento della Pubblica amministrazione, rende insopportabili i costi dell'evasione fiscale, mentre la stagnazione distrugge il capitale umano, giovani in testa.
Inevitabile una manovra di rigore. «Nelle nuove condizioni di mercato era inevitabile agire, anche se le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell'economia italiana», ha detto Mario Draghi, sottolineando che «la correzione dei conti pubblici va accompagnata con il rilancio della crescita».Il Governatore ha ricordato i dati della manovra che dovrebbe determinare una riduzione del disavanzo tendenziale pari a 24,9 miliardi, ma anche l'andamento della spesa negli ultimi dieci anni (+4,6% l'anno, sei punti in più rispetto al Pil), sottolineando che é necessario «un attento scrutinio degli effetti della manovra per garantire il conseguimento degli obiettivi».
Un monito arriva dal Governatore alle regioni con i disavanzi sanitari in rosso. «È opportuno - sottolinea Draghi - rafforzare il sistema di vincoli e disincentivi per gli enti che non rispettano le regole». Lo scopo del federalismo fiscale è quello di aumentare l'efficienza nell'uso delle risorse.
La politica economica adottata dal Governo ha limitato i danni della crisi di circa due punti di Pil, attribuibili per un punto alla politica monetaria, per mezzo punto agli stabilizzatori automatici inclusi nel bilancio pubblico, per il resto alle misure di ricomposizione di entrate e spese decise dal Governo. L'estensione degli ammortizzatori sociali ha attenuato i costi immediati della crisi.