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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2010 alle ore 21:12.
Duemila persone, tra impiegati, operai, semplici cittadini, politici locali. La fiaccolata organizzata dai cosiddetti "colletti bianchi" a favore del nuovo piano di produzione per lo stabilimento Fiat Giambattista Vico di Pomigliano d'Arco è stata un successo di partecipazione, su cui forse in pochi contavano. Con dieci minuti circa di ritardo sul programma, il corteo è partito dall'ingresso numero 2 con in testa proprio gli impiegati ed i quadri della fabbrica napoletana, a seguire gli operai, gli amministratori locali, tra cui il sindaco di Pomigliano d'Arco, Lello Russo ed il presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro. Ma c'erano anche i 90 operai del reparto logistico dello stabilimento Fiat i cui contratti a termine ed interinali sono scaduti tra dicembre e marzo scorso. «La nostra speranza - spiega Carmine uno dei 90 - è che il referendum dei nostri ex colleghi confermi un sì schiacciante al nuovo piano produttivo, perché ci è stato promesso che con la ripresa dell'attività lavorativa verremo riassunti in Fiat».
Al corteo hanno preso parte interi nuclei familiari di dipendenti con mogli e figli, amici, fidanzate, parenti vari. «Non credo che sia una manifestazione solo per Pomigliano - spiega il sindaco Lello Russo - ma è una battaglia condotta per tutta la Campania, perché 15 mila posti possono modificare gli assetti di una Regione». «È necessario che ci sia un rilancio dell'attività lavorativa in fabbrica - aggiunge il primo cittadino di Pomigliano - ma è importante il mantenimento di questa produttività, perché il rischio sarebbe quello di trovarsi in due anni nuovamente nei guai. Invece combattendo la sacca dei fannulloni, si assicura lavoro a Pomigliano per i prossimi 20 anni».
Nel corso della manifestazione ci sono stati anche attimi in cui si è temuto che potesse scoppiare qualche incidente. Infatti cinque militanti dei Cobas hanno manifestato da un ponte dell'ex ferrovia Circumvesuviana che sovrasta la strada dove hanno sfilato in corteo i dipendenti della Fiat. Bandiere rosse con la scritta Cobas e uno striscione con la scritta "servi del padrone, no al piano Marchionne" al passaggio di dipendenti, quadri e operai. Pugni chiusi al cielo i dipendenti Fiat hanno risposto con l'urlo "lavoro, lavoro, lavoro". Ma tutto si è consumato in pochi muniti e a parte un po' di tensione l'incontro tra le due diverse fazioni di manifestanti non ha provocato incidenti. Alle 19,10, dopo circa un'ora dalla partenza il corteo ha raggiunto piazza Municipio e qui, complice anche la pioggia battente, in pochi minuti si è sciolto. A margine della fiaccolata sono state raccolte anche delle firme per una petizione sempre in favore della nuova missione produttiva nello stabilimento napoletano. Quasi 800 le persone che hanno firmato al gazebo predisposto dai giovani del Pdl di Pomigliano.