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Economia Aziende

Dopo il voto a Pomigliano, la Fiat dice: «Lavoreremo con i sindacati che hanno firmato»

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2010 alle ore 10:52.

«L'azienda lavorerà con le parti sindacali che si sono assunte la responsabilità dell'accordo al fine di individuare ed attuare insieme le condizioni di governabilità necessarie per la realizzazione di progetti futuri». È quanto si legge in un comunicato della Fiat a commento dei risultati del referendum su Pomigliano.

«La Fiat - si legge nella nota - ha preso atto della impossibilità di trovare condivisione da parte di chi sta ostacolando, con argomentazioni dal nostro punto di vista pretestuose, il piano per il rilancio di Pomigliano». L'azienda comunque «apprezza il comportamento delle Organizzazioni Sindacali e dei lavoratori che hanno compreso e condiviso l'impegno e il significato dell'iniziativa di Fiat Group Automobiles per dare prospettive allo stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano».

Iniziano intanto a circolare indiscrezioni sulle prossime mosse dell'azienda. Tra le soluzioni alternative al piano previsto dall'accordo sindacale, c'è anche il cosiddetto piano C, che prevede una newco controllata da Torino per rilevare lo stabilimento e riassumere gli addetti con un nuovo contratto definito dal management del Lingotto. Una strada sicuramente meno complicata rispetto alla scelta polacca, che aprirebbe invece forti problemi sul fronte politico e sindacale.

«Non voglio nemmeno ipotizzare che Fiat cambi idea» ha detto intanto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, commentando il risultato del referendum tra i lavoratori di Pomigliano sull'accordo aziendale per il rilancio dello stabilimento.

Il ministro Sacconi si è detto fiducioso della «nota determinazione di Marchionne, che saprà certamente rispettare il patto siglato con le organizzazioni che hanno avuto il coraggio di decidere. Credo si debba essere soddisfatti. L'approvazione è inequivocabile e penso che gli investimenti dell'azienda siano la logica conseguenza» del referendum.

Sostiene pienamente la linea del Lingotto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: «Supportiamo e apprezziamo la posizione della Fiat e siamo soddisfatti che decida di andare avanti con i lavoratori e i sindacati che condividono quelle scelte. Ribadiamo ancora una volta che c'è un sindacato che non comprende le sfide che abbiamo davanti».

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«Mi pare ci siano tutte le condizioni - aveva detto in mattinata il leader della Cisl Raffaele Bonanni a margine di una conferenza stampa a Pomigliano d'Arco - affinché il piano possa andare avanti. I due terzi dei lavoratori, nonostante una campagna che si è voluta politicizzare in tutti i modi, sia a destra sia a sinistra, ha visto i lavoratori prendere la posizione più giusta nonostante la disinformazione. Ci sono le condizioni per questo investimento. Per garantire Pomigliano, anzi per garantire i posti di lavoro e anche di più, chiediamo alla Fiat di procedere perché ha potuto contare su un vasto piedistallo su cui poter costruire prospettive per Pomigliano».

Stessa richiesta da parte sindacale il vicesegretario generale della Cgil Susanna Camusso che comunque, data la vittoria non schiacciante del «sì» invita l'azienda a «riaprire la trattativa per un'intesa condivisa da tutti». Un invito che la nota dell'azienda sembra voler rispedite al mittente.

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