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Economia Aziende

Allarme di Fleming (Ford): l'industria dell'auto ha una sovrapproduzione del 35%. Bisogna ridurre

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2010 alle ore 14:09.

L'industria europea dell'automobile evidenzia una sovraccapacità produttiva del 35 percento. È questo l'allarme, drammatico, lanciato da una fonte autorevole. Sono, infatti, le parole di John Fleming, presidente e Ceo di Ford europea nonché vice presedente con delega sul lavoro e il manufacturing della casa di Dearborn. L'allarme è tanto più grave se si pensa che Ford, l'unica casa che non ha ricevuto il sostegno del Governo Usa durante l'annus horribilis dell'automobile, quel 2009 che ha cambiato la geografia dell'industria delle quattro ruote, ma che – in Europa e in Italia – ha conquistato quote di mercato grazie agli incentivi e agli sconti che hanno sostenuto le vendite di prodotti, vedi Fiesta, che hanno fatto breccia.

Ora per Fleming è tempo di invertire la rotta, non si possono vendere auto a tutti i costi, con buona pace dei margini e della profittabilità delle imprese. «Bisogna – ha spiegato a Bilbao di fronte ai convenuti del congresso di Automotive News – prendere atto della realtà: in Europa si producono auto in eccesso e gli sconti, le promozioni costanti non fanno che svilire marchi e prodotti».


La sovraccapacità è la ragione principe che spinge le Case a condurre aggressive campagne di sconti. Alcuni costruttori stanno lottando al limite delle loro forze per cercare di mantenere i cash flow a livello accettabile e i livelli di produzione. In gioco ci sono non solo le imprese ma soprattutto i lavoratori e le loro famiglie.
Il ricorso agli sconti eccessivi può essere una tattica nel breve termine, ma nel lungo, porta a dissesti irreversibili poiché svena finanziariamente le Case.
Una simile situazione industriale - spiega il top executive dell'Ovale blu – è insostenibile: i mercati sono saturi, il sostegno artificiale con incentivi pseudo eco è un palliativo pro tempore.

La realtà è semplice: le auto moderne durano di più, sono affidabili, con intervalli di manutenzione diradati nel tempo, e in momenti di crisi come l'attuale, l'acquisto dell'auto è stremante legato a un'esigenza di improcrastinabile sostituzione, mentre le flotte aziendali sempre più spesso fanno in modo che il noleggio sia più lungo.

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Per John Fleming c'è una sola cura: ridurre in modo significativo la capacità produttiva. Molti costruttori hanno già iniziato, altri dovranno seguirne l'esempio. Solo in questo modo l'industria europea delle quattro ruote potrà riguadagnare competitività anche in vista delle sfide globali che sarà chiamata ad affrontare nel brevissimo termine.
E qui Fleming chiama in causa, la battaglia commerciale con i coreani accusati dalle case europee di condurre operazioni scorrette: agiscono sul mercato europeo liberamente, anche con impianti produttivi nel territorio dell'Unione, ma poi i confini coreani sono, di fatto, interdetti alle auto made in Europe.

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