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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2010 alle ore 08:02.
Dopo il sì dei dipendenti di Pomigliano al referendum di martedì (con il 63,4% contro un 36% di no), Fiat riavvia il dialogo con il fronte sindacale che ha firmato l'intesa. «L'azienda lavorerà con le parti sindacali che si sono assunte la responsabilità dell'accordo al fine di individuare ed attuare insieme le condizioni di governabilità necessarie per la realizzazione di progetti futuri» recita il comunicato diffuso ieri.
Niente via libera alla Panda a Pomigliano dopo il sì, dunque, ma neppure rinuncia all'investimento come paventava qualcuno – anche se è chiaro che il numero di no ha superato le attese. Un no cui la Fiat risponde prendendo atto della «impossibilità di trovare condivisione da parte di chi sta ostacolando, con argomentazioni dal nostro punto di vista pretestuose, il piano per il rilancio di Pomigliano». Un giudizio condiviso da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, che esprime «supporto e apprezzamento» per la posizione della Fiat e aggiunge che «c'è un sindacato che non comprende le sfide che abbiamo davanti».
Che strada sceglierà ora la Fiat? Cambia qualcosa nel piano Fabbrica Italia? La novità più importante di ieri è tra le righe del comunicato: nel futuro di Pomigliano potrebbe esserci un modello diverso dalla Panda. Un modello – spiegano fonti vicine al Lingotto – che possa comportare esigenze produttive meno stringenti della Panda e che – anche se questo non viene detto esplicitamente – potrebbe necessitare di minori investimenti.
Questa nuova ipotesi non sarebbe esente da problemi. Il primo, subito individuato anche dai sindacati, è che portare a Pomigliano un modello con volumi nettamente inferiori a quelli della Panda non risolverebbe il problema della capacità produttiva e dell'occupazione: la fabbrica campana avrebbe bisogno di un numero di dipendenti inferiore all'attuale. Nel caso in cui la Panda dovesse restare in Polonia l'eventuale modello da dirottare a Pomigliano potrebbe essere la Ypsilon, la cui futura versione è destinata a rimpiazzare la Panda a Tychy. La piccola Lancia attualmente esce dalla fabbrica di Termini Imerese, destinata alla chiusura a fine 2011, e ha raggiunto al picco produttivo un volume massimo inferiore alle 100mila unità. Con 100mila unità invece delle 270mila Panda, lo stabilimento rimarrebbe esposto al rischio di un lento soffocamento.