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Economia Lavoro

La corporate wellness trasforma i rischi in stimoli «produttivi»

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2010 alle ore 16:42.

Alle volte basta poco per ridurre lo stress lavoro-correlato in un'azienda. Una maggiore attenzione , a partire dalle cose più semplici, può cominciare a fare la differenza: sedie e scrivanie ergonomiche ben posizionate, corretta ubicazione del computer sul tavolo, luci adatte al lavoro da svolgere, micro-clima salubre e senza getti diretti sui lavoratori, attenuamento dei rumori mediante pannelli fonoassorbenti o nuovi lay-out degli uffici, programmi di educazione alimentare e monitoraggio continuo della qualità nelle mense.

Sembra poco, ma una buona postura lavorativa elimina o comunque attenua le contrazioni muscolari da stress. Così come una giusta attenzione al respiro può decontrarre i muscoli, magari applicando un semplice esercizio di training autogeno. Basterebbe ogni tanto poter fare anche solo cinque minuti di stretching, senza sentirsi "fuori luogo", per porre le fondamenta concrete verso la costruzione di un benessere psicofisico. Molte aziende lo hanno capito e, soprattutto prima della crisi, si sono mosse in questa direzione, aiutate da consulenti del benessere che hanno condotto un vero e proprio audit delle condizioni di lavoro e suggerito correttivi e misure nuove per incidere positivamente sulla salute dei lavoratori. Si è così sviluppato il concetto di corporate wellness: una strategia aziendale per niente frivola, che ha come beneficio collaterale il calo dell' assenteismo per malattia che spesso mina la competitività e la produttività. Negli Stati Uniti è dal 2001 che più dell'80% delle aziende con almeno 50 dipendenti ha introdotto programmi specifici per il miglioramento della salute e del rendimento del lavoratore.

In Italia, tra il 2005 e il 2008, alcune aziende tra cui Philips, Elica, Ferrari, Vodafone, Nike Italia, Tetrapack, Piquadro, Calzedonia e persino enti pubblici come la Provincia di Milano hanno realizzato programmi orientati al corporate wellness.
La misura più gettonata è l'apertura di una palestra o la convenzione con strutture esterne, con totale gratuità o tariffe agevolate per i dipendenti. Solo a prima vista può essere confuso con un benefit: in realtà, offrire al lavoratore un'occasione per ritemprarsi, scaricare le tensioni dello stress e migliorare le proprie condizioni di salute, nel lungo periodo, è sempre un affare per le imprese. Un po' di tempo per se stessi durante le pause pranzo, oppure all'inizio o al termine della giornata lavorativa, viene di solito ripagato con una ottimizzazione delle condizioni di salute e con un innalzamento del tono dell'umore che aiuta ad abbassare lo stress migliorando le relazioni.

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La crisi ha poi rallentato o comunque spostato le priorità. Ma la responsabilità sociale di un'impresa si esplica anche preservando la sfera fisica ed emotiva dei suoi collaboratori con un'attenzione alla flessibilità, alla contrattazione individuale e a nuovi modelli organizzativi per un benessere duraturo.
Soprattutto considerando che l'Organizzazione mondiale della sanità ha previsto che nel 2020 la seconda patologia più diffusa nei paesi sviluppati sarà, dopo i disturbi cardiovascolari, la depressione. Una patologia fortemente correlata al perdurare di condizioni di vita stressanti.
jolanda.maggiora@ilsole24ore.com