Sicurezza, ambiente e formazione sul lavoro

Economia Lavoro

Un «roadshow» per la formazione

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2010 alle ore 18:13.

Formazione, prevenzione, tecnologia e responsabilizzazione dei lavoratori. Le linee guida di Confindustria per rafforzare le tutele dei lavoratori nelle aziende e nelle fabbriche si basano su questi quattro concetti.
«Premesso che le sanzioni servono come deterrente», spiega Samy Gattegno, presidente del comitato tecnico per la sicurezza di Viale dell'Astronomia, «non crediamo che si possa fondare la politica della sicurezza sul lavoro sulle sanzioni. Anche perché quando arrivano le sanzioni, magari di fronte a un incidente mortale, è già troppo tardi».

Puntare troppo sull'apparato sanzionatorio o sulla responsabilità della società sancita dal testo unico (decreto legislativo 81 del 2008), inoltre, rischia di portare a conseguenze controproducenti. «Soprattutto nelle piccole e medie aziende ci può essere la tentazione di adottare modelli organizzativi formalmente ineccepibili, ma che poi nella realtà quotidiana possono rivelarsi tutt'altro che efficaci». Per questo motivo, è necessario battere su altri tasti: prevenzione e formazione, appunto. Una delle iniziative prodotte in questi mesi ha riguardato i bambini. «Siamo stati in tre città, Roma, Milano e Napoli, con la mostra "Produciamo sicurezza", ideata dal Muba, il Museo dei bambini di Milano, e realizzata da Confindustria in collaborazione con Inail ed Enel. L'idea della mostra è quella di creare un percorso emotivo e didattico per comunicare ai bambini come avvertire il senso di pericolo, riconoscere le situazioni di rischio, imparare a evitarle. Abbiamo ospitato più di 7mila bambini. Un grande successo per cui abbiamo in programma altre 12 tappe. Anzi, speriamo di coinvolgere il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, per allargarlo ulteriormente».

Altre iniziative di formazione hanno interessato invece imprenditori e manager. Alle 16 tappe già realizzare se ne aggiungeranno altre 34 con un road show che proseguirà fino al 2011. Ma anche la tecnologia è fondamentale per elevare gli standard di sicurezza. «Abbiamo chiesto alle nostre associazioni prodotti migliorativi – conclude Gattegno – come il casco superleggero con chip incorporato o la cintura di sicurezza che si autosegnala se non è agganciata. Abbiamo poi collaborato con l'Ance per recintare i cantieri ed entrare con i badge. Uno strumento in più per contribuire a ridurre la sacca di lavoro nero. È chiaro però che le soluzioni miracolose non esistono e ogni morto è una sconfitta». (M. Bel.)

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