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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2010 alle ore 15:12.
«Il governo Berlusconi è forte e durerà per tutta la legislatura». Parola del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ha così smentito la ridda di voci, circolate in questi giorni, su presunti contatti per eventuali governi tecnici o esecutivi di larghe intese. Il punto, ha spiegato il titolare del Tesoro, è che oggi «non esistono alternative credibili al governo in carica» e qualsiasi altra soluzione politica di compromesso sarebbe «fuori dalla storia e, soprattutto, l'Europa non la approverebbe».
Tremonti, dalla colonne di Repubblica, ha parlato anche della presunta loggia P3 emersa con l'inchiesta sull'eolico. Il ministro ha ammesso che «non si tratta solo di una mela marcia», ma che «è venuta fuori una cassetta di mele marce». Tuttavia, ha aggiunto, «l'albero e il frutteto non sono marci» e ha invitato a distinguere tra «reati e peccati». Il ministro dell'Economia ha tirato in ballo anche la «questione morale», ma ha subito precisato: «è una questione generale, non del centrodestra» - perché - «troppo spesso i fondi pubblici sono una pipeline per gli affari».
Tremonti si è quindi soffermato sui meriti del suo governo. «Abbiamo fatto - ha ricordato - la riforma delle pensioni più seria d'Europa. Pensioni e Pomigliano sono due P più importanti della P3». Ha minimizzato, invece, sul ddl intercettazioni: «La discussione - ha detto - tra privacy e diritto all'informazione si è persa, ma più che di una legge bavaglio parlerei di bavaglino».
Riferendosi, invece, alla manovra, appena approdata alla Camera per l'ultimo giro di boa, il numero uno di Via XX Settembre si è detto sicuro che «alla fine anche le Regioni come i Comuni e le Province faranno l'accordo», mentre al leader del Pd Pierluigi Bersani ha mandato una secca frecciata: «discute sempre sul chi ma mai sul cosa». Lo scontro tra Gianfranco Fini e il premier, invece, per Tremonti, «rientra nell'antropomorfia della politica». «Non mi appartiene», ha tagliato corto, smentendo anche un contrasto tra lui e Palazzo Chigi. «Letta mi ha rimproverato, ironizza? Ci abbiamo riso sopra: sui giornali c'è troppo folclore».
Le reazioni: per le opposizioni, Tremonti parla «di un'Italia che non c'è»