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Economia Lavoro

Anche la crisi ha contribuito al calo record degli incidenti sul lavoro nel 2009

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2010 alle ore 14:10.

Il numero degli incidenti mortali sul lavoro continua a calare e tocca addirittura il minimo storico. Secondo il bilancio annuale presentato dall'Inail, nel 2009 sono stati 1.050 i decessi, in flessione del 6,3% sul 2008 (quando erano stati 1.120), il numero più basso mai registrato dall'inizio delle relative rilevazioni statistiche nel 1951. Nel complesso diminuiscono gli infortuni in generale, scesi a 790.000 (oltre 85 mila in meno dagli 875.144 del 2008) con un calo annuo del 9,7%, che segna la flessione più alta dal 1993. Sulla riduzione dei casi registrati e denunciati all'Istituto incide, in parte, anche la crisi del 2009, con il calo degli occupati (-1,6% per l'Istat) e delle ore effettivamente lavorate, dai tagli di straordinario al ricorso alla cassa integrazione.
«È dal 1993, quando vi fu un calo dell'11,7% degli incidenti rispetto al 1992, che nell'andamento complessivo degli infortuni non si registrava una flessione di questo livello», sottolinea il presidente dell'Inail, Marco Fabio Sartori. «Nel 2008, anno pure molto positivo, la riduzione si era attestata invece intorno al 4,1%».

Tuttavia sui dati del 2009 pesa, in parte, anche la crisi con i suoi riflessi sul piano produttivo e occupazionale. Secondo alcune elaborazioni, sottolinea ancora l'Inail, si stima chela quantità di lavoro e quindi di esposizione al rischio di infortuni abbia subito nell'anno una contrazione media del 3%. Una percentuale che porterebbe la riduzione reale al 7% per gli infortuni in generale e al 3,4% per quelli mortali. «L'effetto della crisi in termini di riduzione degli infortuni sul lavoro di sicuro c'è stato, ma ha riguardato solo una componente minoritaria del fenomeno», valuta Sartori. «Le riduzioni più significative in termini numerici sono, invece, da attribuire - evidenzia - all'effettivo miglioramento dei livelli di sicurezza in atto ormai da molti anni nel Paese e vanno interpretate, pertanto, come il risultato delle politiche messe in atto da governi, parti sociali, aziende e sindacati, e da tutti i soggetti che agiscono in materia di prevenzione, a partire dall'Inail». Il numero uno dell'Inail sottolinea quindi che si tratta «di un dato in linea con un trend storico consolidato: se analizziamo, infatti, l'andamento infortunistico dal 2002 al 2009 vediamo come gli incidenti complessivi siano diminuiti del 20,4% e i casi mortali del 29%».

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A livello settoriale la diminuzione degli infortuni sul lavoro è stata molto più sostenuta nell'Industria (-18,8%) che nei Servizi (-3,4%) o nell'Agricoltura (-1,4%). Il calo più significativo si registra nel comparto manifatturiero (-24,1%) e nelle Costruzioni (-16,2%), mentre per quanto riguarda i Servizi, apprezzabili riduzioni si registrano nei Trasporti (-12,5%) e nel Commercio (-9,1%). Per i casi mortali il 2009 segna una riduzione sensibile nell'Industria (-7,9%) e nei Servizi (-6%), mentre in Agricoltura si registra una sostanziale stabilità.
Gli incidenti colpiscono in modo molto più accentuato gli uomini (-12,6%) rispetto alle donne (-2,5%). Diversa, invece, la situazione relativa ai casi mortali, con una riduzione del 14% per la componente femminile (74 lavoratrici decedute rispetto alle 86 del 2008), a fronte del 5,6% relativo agli uomini (dai 1.034 morti del 2008 ai 976 del 2009). Va evidenziato, tuttavia, che per le donne il 60% delle morti si è verificato in itinere.

Per quanto riguarda i dati territoriali, tutte le regioni hanno registrato un calo degli infortuni (con i picchi negativi della Veneto con un calo del 14,2%), ma in 10 regioni il numero dei casi mortali è aumentato.
Per la prima volta sono in flessione gli infortuni tra i lavoratori stranieri: dai 143.641 casi del 2008 si è passati ai 119.193 dello scorso anno, con un calo del 17%. Diminuiscono anche i casi mortali, scesi a 150 dai 189 dell'anno precedente (-20,6%). «Il calo è da attribuire, in parte, alla riduzione complessiva delle opportunità di lavoro che ha interessato tutta la popolazione del Paese e, dunque, anche gli stranieri, colpiti, peraltro, da livelli di precarietà superiori agli italiani - afferma Sartori - ma, in parte anche consistente, al miglioramento delle loro condizioni per quanto riguarda prevenzione e sicurezza».

Il 2009, però, ha anche un altro record: le denunce per le malattie professionali sono state 34.646, il valore più alto degli ultimi 15 anni, con un aumento del 15,7% rispetto ai 30mila casi del 2008 e di circa il 30% in 5 anni (8mila denunce in più rispetto alle quasi 27mila del 2005). L'agricoltura è il comparto più interessato: le segnalazioni sono più che raddoppiate in un solo anno (da 1.834 del 2008 a 3.914 del 2009, +113,4%) e triplicate nell'ultimo quinquennio.


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