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Economia Aziende

Insolvenza per Tirrenia. Matteoli: «Non ci sarà spezzatino, tutelare occupazione e collegamenti».

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2010 alle ore 12:44.

Via libera del tribunale di Roma alla dichiarazione dello stato di insolvenza per Tirrenia, avanzata dal commissario straordinario Giancarlo D'Andrea. Si apre quindi per la società la procedura di amministrazione straordinaria nel solco della legge Marzano. L'istanza per la dichiarazione dello stato di insolvenza era stata presentata dal commissario straordinario della Tirrenia, Giancarlo D'Andrea. Contro l'istanza si era schierata ieri la Uil Trasporti, che aveva sollevato la questione di competenza territoriale, ritenendo che a decidere sulla questione dovesse essere il tribunale di Napoli e non quello di Roma.

Con la sentenza pubblicata questa mattina, il collegio presieduto da Ciro Monsurrò e dai giudici delegati Francesco Taurisano e Fabrizio Di Marzio ha dichiarato la propria competenza territoriale, accogliendo l'istanza di dichiarazione dello stato di insolvenza della compagnia di navigazione. Si attendono ora le motivazioni della sentenza.

Le motivazioni del tribunale fallimentare. Sono due le ragioni indicate dal tribunale fallimentare di Roma per ritenere «sussistente lo stato di insolvenza» di Tirrenia. La prima - si legge nelle motivazioni - è il «grave e irreversibile stato di crisi finanziaria, determinante l'attuale assoluta illiquidità della società» e la seconda «la conseguente impossibilità, per la stessa, di fare fronte alle obbligazioni, già scadute e viepiù alle obbligazioni a scadere».

Nell'indicare che i debiti ammontano complessivamente a 646.600.000, il collegio dei giudici ha spiegato, in particolare, che «la situazione contabile, aggiornata al 4 agosto 2010, significa che l'ammontare dei debiti, già scaduti verso i creditori non strategici è pari a circa 15.000.000 euro; l'ammontare dei debiti verso banche a breve ammonta a circa ammonta a circa 227.000.000 euro mentre, la debitoria a medio e lungo termine è di circa 182.000.000 euro; l'ammontare dei debiti verso società di 'factoring' è pari a circa 36.000.000 euro, l'ammontare dei debiti verso le ex controllate è pari a 29.000.000 euro; a fronte di ciò - si legge nelle motivazioni della sentenza - la liquidità è praticamente azzerata corrispondendo a 18.506 euro».

Matteoli: «Non ci sarà spezzatino, tutelare occupazione e collegamenti. «Il governo e l'amministratore straordinario di Tirrenia non hanno alcuna intenzione di suddividere le attività aziendali della società di navigazione. Non ci sarà quindi il cosiddetto spezzatino», ha affermato in serata con una nota il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli. «Desidero rassicurare i lavoratori - ha aggiunto - che è intendimento del governo di procedere, con la collaborazione dei sindacati e attraverso la Legge Marzano alla privatizzazione di Tirrenia, salvaguardando i livelli occupazionali ed assicurando nell'interesse della collettività i collegamenti marittimi».

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