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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2010 alle ore 10:06.
CERNOBBIO - «Io non vedo pericolo di morte imminente, ma un difetto di visione e di coraggio». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha esortato così, in collegamento video, la platea di manager, imprenditori, economisti e rappresentanti delle istituzioni europee riuniti al workshop Ambrosetti a Cernobbio per discutere, nella seconda giornata dei lavori, proprio i temi comunitari. Napolitano ha fatto riferimento all'intervento di Charles Kupchan sul Sole 24 Ore del primo settembre, definendolo «un valoroso osservatore Usa non ostile all'Europa».
«Continuo ad avere fiducia e ad essere un credente nell' Europa», ha aggiunto il presidente. «L'agenda per l'Europa - ha spiegato Napolitano - si presenta piu' esigente che mai. Se nelle mie parole coglierete della drammatizzazione, non consideratela come una sottovalutazione degli sforzi compiuti nel 2010, ne' come manifestazione di pessimismo e arte della retorica. Non dobbiamo edulcorare la drammaticità delle prove che l'Europa è stata chiamata ad affrontare nell'urto della crisi globale, ne' la drammaticità delle sfide che pesano sullo sviluppo». Su questi temi, il capo dello Stato ha sottolineato: «Più saremo franchi e crudi, piu' potremo farcela».
È essenziale per Napolitano rinnovare il patto di stabilità e crescita dell'Unione Europea, per «favorire la cultura della stabilità». Allo stesso tempo serve fare ogni sforzo per promuovere lo sviluppo dell'economia europea «evitando i rischi di deflazione e contribuendo al rilancio dell'economia mondiale in una fase di incertezza».
Napolitano ha avuto anche parole di apprezzamento per l'azione svolta dalla banca centrale europea che «ha saputo tenere la barra dritta» mentre l'euro era sotto attacco, così come ha riconosciuto i meriti di quanti hanno fatto la loro parte di fronte alla crisi greca: «Sia pure con qualche ritardo, si è riusciti a concordare una linea di condotta», la Bce con coraggio e il Fondo monetario internazionale «con lungimiranza».
Guardando al futuro, il presidente della Repubblica ha ricordato che «l'agenda dell'Ue si presenta più esigente che mai. Bisogna agire efficacemente con maggiore convinzione e ambizione, alle soglie del 2011 e le indicazioni in agenda «non mancano». «Non si tratta - ha precisato - di un appello alle riforme ma l'impegno prospettato nel programma della Commissione e sancito dal Consiglio Europeo di giugno che vincola ogni governo a presentare, entro la fine di quest'anno, un preciso piano nazionale di riforme».