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Economia Politica economica

Ok alla riforma della vigilanza finanziaria Ue. Dal 2011 tre autorità su banche, assicurazioni e mercati

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2010 alle ore 14:01.

I ministri finanziari della Ue hanno dato il via libera alla riforma della vigilanza finanziaria, approvando il compromesso raggiunto nei giorni scorsi col Parlamento europeo. L'Ecofin ha dato anche il via libera all'introduzione del cosiddetto "semestre europeo" per coordinare, a partire dal 2011, le leggi finanziarie dei paesi dell'Ue.

Riforma delle vigilanza finanziaria. Cosa cambia? Da gennaio 2011, dunque, saranno operative le tre nuove autorità europee su banche, assicurazioni e mercati. Nascerà anche lo European systemic risk board (Esrb) che, sotto la guida della Bce, dovrà vigilare e lanciare allarmi sui rischi per la stabilità della zona euro. La novità sarà sottoposto al Parlamento europeo che, in sessione plenaria del prossimo 20 settembre, a votare in via definitiva le nuove regole.

«L'aver creato una torre di controllo europea, uno schermo radar europeo per prevenire e cercare di evitare rischi per il sistema finanziario europeo è un fatto importantissimo, in un continente in cui in ciascun paese metà delle banche appartiene ad un altro paese», ha commentato il commissario Ue ai servizi finanziari, Michel Barnier, a proposito della nascita dal primo gennaio prossimo delle nuove autorità europee di vigilanza. «Siamo al passo con gli Usa», ha quindi aggiunto soddisfatto.

Comitato vigilanza sui rischi sistemici. Lo European systemic risk board (Esrb) dovrà evitare che si materializzino i rischi per la stabilità finanziaria della zona euro e dell'intera Ue. Composto dai rappresentanti di tutte le autorità di vigilanza nazionali, nel corso del primo mandato sarà presieduto dal presidente della Bce. Avrà il compito di lanciare degli allarmi, ma non il potere di dichiarare lo «stato di emergenza» che spetterà al Consiglio Ue, dunque agli Stati membri.

Tre nuove autorità Ue. Dovranno vigilare su banche, assicurazioni e mercati. Si chiemeranno rispettivamente Eba (European banking authority), European insurance and occupational pensions authority e European securities and markets authority (Esma). Potranno prendere decisioni vincolanti riguardo alle controversie sui gruppi cross-border, quando non c'è accordo tra le autorità di vigilanza nazionali coinvolte. In particolare, la Commissione Ue dovrà stilare una lista di questioni su cui le decisioni delle tre autorità saranno cogenti. L'Esma avrà anche un potere di controllo diretto sulle agenzie di rating e potrà indagare e intervenire sui mercati più a rischio, come quello dei derivati o delle vendite allo scoperto.

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Stati Ue divisi su tassa banche. Gli Stati dell'Unione sono, invece, ancora divisi sull'ipotesi di introdurre una tassa sulle banche per finanziare un fondo di risoluzione delle crisi. «Devo ammettere che attualmente non c'è unanimità di vedute», ha affermato il ministro delle finanze belga, Didier Reynders, presidente di turno dell'Ecofin. La questione - hanno comunque spiegato i commissari Ue ai servizi finanziari, Michel Barnier, e al fisco, Algirdas Semeta - sarà comunque approfondita nel corso della riunione informale dell'Ecofin di fine settembre. Obiettivo della Commissione Ue resta quello di presentare una comunicazione nel mese di ottobre.

La Commissione prende quindi tempo per definire i principi comuni sul prelievo sulle banche allo scopo di evitare distorsioni, visto che già diversi paesi o l'hanno instaurata o hanno annunciato l'intenzione di introdurla nel loro sistema. Si tratta, però, di un argomento controverso. In ogni caso, indica una fonte Ue, si sta facendo strada l'idea di definire un quadro europeo di riferimento. Controversa é anche la destinazione del ricavato dal prelievo: e deve essere destinato al fondo anticrisi delle banche o essere direttamente trasferito al bilancio pubblico (posizione francese).

Il commissario al mercato interno Michel Barnier ha tenuto a precisare che il prelievo deve finanziare i fondi di risoluzione: «Non chiamiamoli fondi di liquidazione e neppure fondi di salvataggio delle banche: si tratta di una scatola di attrezzi necessari per evitare che una crisi bancaria si trasformi in un rovescio sistemico e che siano i cittadini a pagarne i costi al posto degli stessi istituti finanziari».
Il negoziato proseguirà anche in sede Ecofin, nell'ambito del comitato economico e finanziario Ue di cui fanno parte i rappresentanti dei ministeri, la Commissione, le banche centrali.

Il confronto sulla tassazione delle attività finanziarie é ancora più difficile di quello sul prelievo sulle banche. Anche su questo punto la Commissione non demorde e annuncia di voler proseguire il lavoro. C'é stato però un fuoco di sbarramento. «Non vogliamo una nuova tassa sulla transazioni, può danneggiare le entrate e può comportare il trasferimento di attità finanziarie fuori Europa», ha detto il ministro delle finanze svedesi Anders Borg. La Svezia non vuole ripetere l'esperienza degli anni '90 dopo l'introduzione di una tassa del genere negli anni '80: una parte delle transazioni che passavano da Stoccolma vennero dirottate su Londra.

La Spagna é prudente: «Ci sono grandi difficoltà pratiche», ha detto la ministra Elena Salgano. In passato il governo italiano si é espresso contro, mentre Francia e Germania premono per una decisione europea. Christine Lagarde e Wolfgang Schaueble hanno scritto al belga Didier Reynders (presidente Ecofin) chiedendo di accelerare il lavoro su questa materia.

Le tappe del semestre europeo. Via libera anche al semestre europeo per coordinare, a partire dal 2011, le leggi finanziarie dei paesi dell'Ue. Elaborato nel corso dei lavori della task force sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita guidata dal presidente Ue, Herman Van Rompuy - il semestre europeo prevede la possibile coordinare non solo le politiche economiche degli Stati membri, ma anche le riforme strutturali.

Il processo di monitoraggio partirà in marzo, quando sulla base di un rapporto della Commissione Ue, il Consiglio europeo individuerà per tutti gli Stati membri le principali sfide economiche, emanando delle raccomandazioni generali sulle politiche da seguire.
Sulla base di queste raccomandazioni, gli Stati membri dovranno impostare i propri programmi distabilità e i propri programmi nazionali di riforme, che dovranno essere presentati ad aprile simultaneamente a Bruxelles. I governi dovranno quindi specificare le azioni che intendono intraprendere, anche in aree come l'occupazione e l'inclusione sociale.
In giugno e luglio il Consiglio europeo, tenendo conto della valutazione che la Commissione Ue avrà dato sui programmi dei singoli Stati, fornirà delle nuove raccomandazioni specifiche, Paese per Paese, prima che gli Stati membri mettano a punto le loro finanziarie per gli anni successivi.

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