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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2010 alle ore 12:47.
Il Fondo monetario internazionale si aspetta che la ripresa in Italia «sia ancora più lenta» che in Francia e Germania, «perchè un persistente problema di competitività limita lo spazio per la crescita dell'export e il programmato consolidamento fiscale indebolisce la domanda privata». È quanto si legge nella bozza del World economic outlook che indica fra le prorità per i paesi il consolidamento fiscale dei conti pubblici dal 2011 e la riforma del sistema finanzario.
In Italia ripresa lenta. L'Italia quest'anno crescerà dello 0,9%, mentre nel 2011 il Pil avanzerà dell'1 per cento. Il Fondo monetario internazionale che ha mantenuto inalterate rispetto alle ultime rilevazioni di luglio le proprie stime sulla crescita 2010 rivedendo invece al ribasso di 0,1 punti percentuali quelle per il 2011. Lo si legge nella bozza del World Economic Outlook, anticipata dall'Ansa. Il governo prevede invece un Pil in aumento dell'1% quest'anno e dell'1,5% nel 2011 (dati Ruef).
Disoccupazione. Il Fmi stima che «più di 200 milioni di persone nel mondo sono disoccupate, con un aumento di oltre 20 milioni dal 2007».
Consolidamento bilanci pubblici nel 2011. Nell'outolook si fissano le priorità per i prossimi mesi. Il consolidamento fiscale deve iniziare nel 2011. Secondo il Fmi «le politiche di bilancio dei governi si stanno muovendo dagli stimoli a breve termine ad un consolidamento di medio periodo. Tuttavia - affermano gli economisti di Washington - le politiche fiscali devono urgentemente mettere a punto misure per ridurre i deficit nel medio periodo».
Il Fondo Monetario è infatti convinto che ciò sia necessario «non solo per contrastare e alla fine invertire il consistente rialzo dei livelli di debito pubblico, ma anche per cerare maggior spazio di manovra nel breve periodo». Non è da dimenticare tuttavia, secondo il Fmi, che «gli aggiustamenti di bilancio devono essere supportati da riforme strutturali».
«È di massima importanza - si legge ancora - il fermo impegno verso strategie ambiziose e credibili per ridurre i deficit nel medio termine, preferibilmente con riforme delle tasse e della spesa che diventino effettive nel futuro e sostengano investimenti e lavoro nel medio periodo». Si tratta di un obiettivo «più urgente ora di sei mesi fa, dal momento che potrebbe esser necessario un ulteriore accomodamento fiscale a breve termine se l'attività economica globale rallentasse molto più del previsto». Il Fmi avverte infine che «in assenza di piani di medio periodo credibili, tuttavia, tale supporto potrebbe causare nuove turbolenze sui mercati del debito sovrano che a loro volta potrebbero minare l'efficacia di qualunque misura di sostegno».