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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2010 alle ore 13:38.
«Probabilmente il peggio è alle spalle, ma siamo ancora in una situazione incerta», dice la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia a margine della presentazione del rapporto del Csc. E sottolinea: «È venuto veramente il momento, in questa congiuntura, migliore del passato, ma ancora incerta e difficile, di mettere mano alle riforme che l'Italia ha per tanto tempo lasciato da parte».
La leader degli industriali chiede «che ci si concentri sui temi dell'economia». Abbiamo una lista di argomenti, dice, «che sono sostanzialmente quelli che anche il ministro Tremonti e il governo vogliono portare avanti: fisco, capitale umano, scuola, ricerca, infrastrutture, energia, più mercato». Bisogna però fare presto, aggiunge, «perchè se stiamo fermi il rischio è quello di crescere troppo poco, di un reddito che cala, e di un tasso di disoccupazione troppo alto». Il governo, ha aggiunto Marcegaglia, «sta cominciando a muoversi su questi temi. Gli otto punti di Tremonti noi li condividiamo e «siamo pronti a fare la nostra parte, ma è veramente il momento di lavorare su questo».
Pronta la replica del goveno, per bocca del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini: «Berlusconi e Tremonti stanno predisponendo, anzi hanno quasi chiuso, il documento sulle grandi riforme», che, secondo il ministro, «vanno nella direzione auspicata da Confindustria». Vale a dire, ha aggiunto, «Semplificazione delle regole per andare verso una deregulation fortissima di cui abbiamo enorme bisogno; riforma fiscale; più concorrenza; istruzione, università e ricerca». Il governo, ha detto Gelmini, si é «concentrato finora sulla tenuta dei conti pubblici, mentre ora ha iniziato un faticoso cammino verso le riforme che non va interrotto e il presidente Berlusconi sta mettendo in campo un enorme sforzo, ma sempre nel massimo rispetto del Parlamento».
Dal canto suo la presidente di Confindustria ha ribadito il suo no a qualsiasi ipotesi di elezioni anticipate e chiesto all'esecutivo di nominare «al più presto» il titolare dello Sviluppo economico.
Parlando invece della trattativa sulle deroghe al contratto nazionale, all'indomani della prima riunione tra Federmeccanica, Uilm e Fim, Marcegaglia non ha nascosto come la partita «sia complessa», dichiarandosi tuttavia «ottimista che alla fine riusciremo a trovare una soluzione». Ieri, ha spiegato, c'é stato il primo incontro «e stiamo ragionando, come primo punto, sulle deroghe da fare al contratto dei metalmeccanici per permettere all'accordo di Pomigliano di stare nel contratto nazionale. Ma al di là di questo, per cercare, non solo per Fiat ma per tutte le imprese metalmeccaniche del Paese, di avere regole più competitive e flessibili le imprese e, dall'altra parte, dove ci sarà una maggiore crescita a pagare salari maggiori».