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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2010 alle ore 15:02.
«La politica si concentri su crescita e occupazione», ha detto la leader degli industriali, Emma Marcegaglia, parlando a Viareggio all'assise di Confindustria Toscana. «I problemi dell'occupazione non attendono i passaggi di parlamentari da una parte all'altra», pretendono «risposte serie e immediate». La presidente degli industriali ha detto che in Italia è necessaria «una crescita di almeno il 2% l'anno», altrimenti non «riusciremo a riassorbire la disoccupazione, a tenere in piedi il tessuto produttivo, ad aumentare il benessere di tutti».
La leader degli industriali ha ricordato quanto l'Italia sia stata colpita dalla crisi. «Quando si dice che siamo andati meglio di altri Paesi non è vero, siamo stati fortemente colpiti dalla crisi». E oggi, ha aggiunto, c'è la «sensazione che stiamo uscendo dalla crisi con una capacità di crescita inferiore alla media europea». In questa fase della crisi «il peggio è alle spalle», dice, ma «siamo comunque in un quadro di incertezza».
«Il rigore nei conti pubblici - ha detto la presidente Marcegaglia - non è una opzione ma un must» e allo stesso tempo «bisogna fare una reale politica di crescita». Confindustria ritiene indispensabile uno snellimento della burocrazia e il taglio dei costi improduttivi («nelle nostre imprese nella crisi abbiamo tagliato tutti i costi»); il taglio delle tasse (l'auspicio é che il tavolo per le tasse porti a «ridurre la pressione fiscale su chi tiene in piedi questo Paese, imprese e lavoratori», con la disponibilità a ragionare sulle rendite finanziarie); le infrastrutture («sulle opere strategiche i fondi ci siano, e se non ci sono bisogna dirlo, basta bugie»); l'energia; il mercato (perché il Paese mostra una «allergia al mercato» e anche questo governo «sta facendo una politica assolutamente contraria al mercato»); il merito, la ricerca e la formazione e in questo senso l'auspicio é che la Riforma Gelmini passi «intatta» alla Camera. E sul nucleare Marcegaglia ha invitato a fare scelte slegate dall'ideologia ma partendo dalla considerazione che «se vogliamo ridurre le emissioni di C02 del 20% non abbiamo altre scelte che il nucleare».
Sulla produttività è necessaria «una condivisione di obiettivi tra imprenditori e lavoratori. Non possiamo pensare che ci sia ancora una parte del sindacato che scambia la tutela dei diritti dei lavoratori con la tutela di chi non lavora, falsi malati e falsi invalidi», ha detto la presidente di Confindustria. «Dobbiamo fare dei cambiamenti, tutti insieme, non possiamo stare fermi - ha spiegato - perché la competitivita internazionale non ci chiede di stare fermi. È il momento di scelte, anche complesse, anche difficili. Scelte il più possibile