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Economia Politica economica

Il mercato scommette che Moody's taglierà il rating alla Spagna. Cresce l'allarme Irlanda

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2010 alle ore 16:54.

Il mercato scommette che Moody's taglierà il rating della Spagna. La decisione è attesa per questa settimana. Il 30 giugno scorso infatti Moody's aveva messo sotto osservazione il debito spagnolo annunciando che il verdetto sarebbe arrivato entro tre mesi.

L'agenzia Bloomberg ha interrogato otto grossi gestori per tastare le aspettative del mercato. Cinque prevedono che l'agenzia abbasserà di un livello il proprio giudizio su Madrid, a cui attualmente è attribuita una lusinghiera tripla A (il massimo). Tre invece sono convinti che il taglio sarà di due punti. Nel primo caso il giudizio si allineerebbe a quello di Fitch, nel secondo a quello di Standard & Poors che il 28 aprile scorso ha portato ad «AA», dal precedente «AA+», il merito di credito di Madrid.

Secondo l'agenzia di rating «ci vorranno diversi anni» perché la Spagna si riprenda dalla recessione che ha colpito la sua economia che, a differenza di altri paesi in Europa, è stata aggravata dallo scoppio della bolla immobiliare. Le previsioni parlano di una crescita sotto l'1% annuo da qui al 2014.

Sempre sul fronte dei debiti sovrani resta alta l'attenzione del mercato alla situazione irlandese, che potrebbe essere aggravata dall'instabilità politica. Dopo 12 settimane di pausa estiva, la maggioranza di governo (costituita dai liberal-democratici del Fianna Fáil e alcune liste indipendenti) potrebbe assistere al "disgregarsi" della propria coalizione. Il motivo? Essenzialmente il piano di ulteriori tagli alla spesa pubblica che l'esecutivo si appresta a varare nel tentativo di fronteggiare la crisi economico-finanziaria.

Boom dei rendimenti sui titoli di stato
I tassi di interesse sui titoli di stato irlandesi a dieci anni hanno toccato martedì 28 settembre i livelli più elevati dall'introduzione dell'euro. Un balzo che, inevitabilmente, riflette la paura sulla solvibilità del paese. Lo yield sul bond di Dublino è salito al 6,591%, in crescita di 16 punti rispetto a ieri, mentre quelli sui bond del Portogallo. Un trend cui, non c'è da stupirsi, ha fatto da pendant il rally dei Cds. Gli spread su titoli di stato a cinque anni dell'Irlanda sono cresciuti di 38 punti base a 510 punti.

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Il problema di Anglo Irish bank
Le tensioni, peraltro, sono state innescate da Standard & Poor's che ha puntato il dito sul salvataggio pubblico di Anglo Irish Bank. L'agenzia di rating ha sottolineato come la cifra indicata di 35 miliardi potrebbe non bastare. «Questa soglia - ha affermato l'analista dell'agenzia Trevor Cullinan - potrebbe essere insufficiente». Il che, in un paese sotto pressione sui conti, metterebbe il governo nella scomoda posizione di dover scegliere se cercare una ristrutturazione dei debiti della banca con i suoi creditori; oppure fronteggiare nuovamente il buco con danaro pubblico, mentre il bilancio è già in forte deficit.

Fitch minaccia il taglio del rating
Ma non è solo S&P a soffiare sul fuoco. Fitch ha minacciato un taglio del rating irlandese se Dublino non riuscirà a convincere i mercati di essere in grado di tenere sotto controllo il costo finale del salvataggio di Anglo Irish Bank. In un'intervista alla Reuters, l'analista Chris Pryce ha sottolineato di: «Non poter fare finta che l'attuale rating sia del tutto garantito. Ciò non significa, però, che un intervento in negativo sia imminente o inevitabile».

Il Pil negativo e il debito che si consolida
Il problema, però, è che si sta prefigurando per Dublino quello che un po' tutti hanno sempre sperato di non vedere: il consolidamento del debito. La scorsa settimana è stato pubblicato il dato sul Pil irlandese, un numero che ha stupito in negativo. Il prodotto interno lordo, infatti, nel secondo trimestre 2010 ha subito una riduzione dell'1,2% rispetto al periodo precedente, e dell'1,8% su base annua. È chiaro che, per evitare problemi insormontabili sul fronte fiscale, l'economia deve crescere. Altrimenti, le entrate dello stato diminuiscono e diventa difficile pagare gli interessi sul debito. Il governo, in queste situazioni, può pensare ad ulteriori tagli sulla spesa pubblica che, però, rischiano di avvitare ancora di più la situazione.

Ue: non è allo studio intervento
Una soluzione potrebbe essere l'aiuto esterno. L' Handelsblatt, citando fonti anonime, sempre la scorsa settimana, aveva scritto che la Bce avrebbe pensato di attivare il fondo di salvataggio dell'Unione da 440 miliardi di euro. «Alla fine - chiudeva il giornale- è stato preferito non varare il piano». E oggi il portavoce della commissione europea Amadeu Altafaj ha escluso che Bruxelles stia valutando la possibilità di stanziare fondi di emergenza a favore dell'Irlanda.

L'intervento del premier
Immediata, almeno sul fronte massmediatico, la risposta del governo: «l'Irlanda non è vicina a un punto di non ritorno, e sta facendo tutto il necessario per risollevare la fiducia sui mercati ed essere trasparente sui propri conti pubblici». Così ha commentato alla stampa il Premier irlandese Brian Cowen, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg





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