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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2010 alle ore 12:52.
Il ricorso della Fiom sulle modalità con cui la Fiat aveva attuato il reintegro dei tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) licenziati nel luglio scorso è stato dichiarato «inammissibile» dallo stesso giudice del lavoro che aveva emesso il provvedimento di annullamento dei licenziamenti. L'udienza durante la quale la Fiom aveva presentato la sua istanza si è svolta il 21 settembre scorso. Il sindacato aveva contestato la decisione della Fiat di riammettere i tre licenziati permettendo loro di svolgere attività sindacale ma non di tornare a lavoro sulle linee produttive.
In una nota, i legali della Fiat hanno evidenziato che «nel dichiarare inammissibile l'istanza della Fiom, il Tribunale di Melfi ha confermato trattarsi di richiesta estranea al nostro ordinamento processuale sottolineando che la stessa costituisce «tentativo, che oltrepassando i limiti dell'analogia, si caratterizza per essere un'iniziativa creativa e di politica legislativa, inibita all'ordine giudiziario».
Dopo la sentenza la Fiom, in una nota, ha precisato: «Presenteremo nei prossimi giorni un atto di precetto nei confronti della Sata di Melfi, come indicato dalla sentenza odierna. Il Giudice di Melfi - si legge - non é entrato nel merito delle modalità con cui far rispettare alla Fiat l'ordine del reintegro al lavoro per i tre operai della Sata di Melfi. Ciò esclusivamente per ragioni di natura processuale, riconducibili al fatto che tale competenza non spetta ad un giudice per il lavoro, ma al Giudice dell'esecuzione. Pertanto, perché la Fiat applichi pienamente il decreto esecutivo emesso lo scorso 10 agosto dal Tribunale di Melfi, che ha condannato l'Azienda per comportamento antisindacale e ordinato il reintegro sul proprio posto di lavoro dei tre operai di Melfi, la Fiom ha dato mandato ai propri legali di presentare nei prossimi giorni, così come indicato dalla odierna sentenza del Tribunale di Melfi, un atto di precetto per avviare l'esecuzione forzata dell'ordine di reintegro nei confronti della Sata di Melfi. Naturalmente - conclude la nota - la Fiom si riserva, in caso di un reiterato mancato adempimento da parte dell'Azienda di ricorrere al Giudice dell'esecuzione».
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