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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2010 alle ore 14:13.
Via libera della Camera alla risoluzione di maggioranza sulla Decisione di finanza pubblica, che nella nuova procedura di bilancio sostituisce il Dpef. Sul documento, che vede come primi firmatari i capigruppo di Pdl, Lega e Fli, il governo aveva dato parere favorevole. I voti favorevoli sono stati 297, 256 i contrari, tre gli astenuti.
Questa mattina era emerso un allerta dei tecnici di Camera e Senato in un dossier sulla Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013. Nella Dfp, si sostiene, sono sottostimate le risorse per gli investimenti in conto capitale e per i contratti di servizio pubblico come Anas, Fs e Poste.
In relazione alla spesa in conto capitale, i tecnici di Montecitorio e Palazzo Madama, fanno notare che «qualora la legge di stabilità o futuri provvedimenti intendessero proporre rifinanziamenti di tale componente» solo con ulteriori tagli di spesa o maggiori entrate si potranno rispettare «gli obiettivi di saldo» contenuti nella Dfp. Sullo schema di parere alla Dfp è in corso in aula alla Camera la discussione generale (la votazione sulle risoluzioni è prevista nel pomeriggio). I tecnici hanno anche ricordato quando detto dal direttore generale della Banca d'Italia, che ha sottolineato il ruolo delle infrastrutture per la capacità di crescita del Paese, e la preoccupazione della Corte dei Conti per «l'evoluzione stimata della spesa in conto capitale, soprattutto delle amministrazioni locali».
Bankitalia oggi, sul supplemento di finanza pubblica al bollettino statistico, ha segnalato il nuovo record del debito pubblico ad agosto. Il debito delle amministrazioni pubbliche é salito nel mese a quota 1.843,006 miliardi di euro, mentre a luglio si era attestato a 1.840,644 miliardi.
Secondo Stefani Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segreteria nazionale del Pd, «la Decisione di finanza pubblica che il Parlamento si appresta a varare è lontana dalla realtà ed è lontanissima dagli obiettivi previsti nella riforma del Patto di Stabilità, subita a Bruxelles da Tremonti». Secondo Fassina «si sovrastima la crescita, come indicato dalle valutazioni del fondo monetario internazionale; si sottostimano le spese per acquisti di beni e servizi, come evidente dall'andamento degli ultimi due anni; soprattutto, si continuano a sovrastimare le entrate, come puntualmente confermano i dati del dipartimento delle finanze del Mef».