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Economia PMI

Forum di Prato sulla piccola industria. Cronaca e video racconti

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 17:01.

Le nuove rotte delle Pmi. Questo il titolo del XII forum della Piccola Industria che si svolge a Prato e si conclude oggi alle 13 con l'intervento di Emma Marcegaglia. La cronaca della giornata di ieri

ore 18 - Boccia, impegno «no partisan» su politica economica, fiscale e industriale»

Una legge costituzionale che vieti i condoni fiscali perché «l'evasione, la contraffazione, il sommerso é concorrenza sleale. E chi fa concorrenza sleale mette in ginocchio il Paese». Lo ha detto il presidente della Piccola Industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenendo al Forum della Piccola Industria. «Noi - ha spiegato, elencando le richieste di intervento alla politica - ci battiamo perché tutti rispettino le regole del gioco. Per questo proponiamo una legge costituzionale che dica no ai condoni fiscali, una legge che sia a favore delle persone perbene». La Piccola Industria sollecita anche il Governo a varare una «totale detassazione e decontribuzione dei premi di risultato, a prescindere dai tetti e dall'ammontare dei salari. Questo - ha sottolineato Boccia - permetterebbe di spingere il Paese e le imprese verso attività capital intensive e non labour intensive che saranno sempre più dominio dei Paesi con costi di manodopera molto bassi». Le pmi ribadiscono la necessità di una riforma fiscale e chiedono anche un supporto all'internazionalizzazione; destinare il 5%, ossia oltre 3 miliardi di euro, del risparmio gestito dai fondi pensione alle piccole e medie imprese; lasciare il tfr inoptato nelle aziende con più di 50 dipendenti, snellimento burocratico. Il presidente della «Piccola industria» ha poi rivolto un invito alla leader, Emma Marcegaglia: «Noi, presidente, ti chiediamo una promessa: quella di continuare a occuparti di politica per una Confindustria equidistante dai partiti in grado di contribuire ad una visione di futuro del Paese». «La politica - ha sottolineato Boccia - è una cosa troppo importante per lasciarla ai politici»: serve un impegno «no partisan» su «politica economica, politica fiscale, politica industriale». «È inutile che qualcuno si chieda con chi stiamo: è chiaro - ha concluso Boccia - stiamo a fianco dei nostri azionisti di riferimento: gli imprenditori e le imprese italiane».

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Tags Correlati: Asia | Confindustria | Daniel Gros | Emma Marcegaglia | Fisco | Germania | Giorgia Giovannetti | Pmi | Prato |

 

ore 16- Giorgia Giovannetti, «incrociare aree e settori per trovare sbocchi interessanti»

«Le importazioni sono scese dappertutto nel 2009, in particolare nei mercati principali di sbocco per l'Italia. Nel 2010 le cose sembrano andare meglio», ha sottolineato nel suo intervento Giorgia Giovannetti, docente al dipartimento di Economia dell'Università di Firenze. La ripresa delle importazioni è particolarmente forte nei paesi emergenti, ma anche in Polonia. «Per trovare sbocchi interessanti – ha detto Giovannetti - è necessario incrociare aree e settori: in Asia, ad esempio, tira di più l'elettronica, mentre in America latina va meglio l'alimentare». Un paese interessante per le nuove rotte è la Turchia, che fra 2004 e 2009 ha visto aumentare al 42% la quota dell'Italia nel settore dei mobili. Anche in Ucraina, dove c'è una popolazione giovane, facciamo meglio dei concorrenti, Germania e Cina. Negli Stati Uniti, invece, miglioriamo ma i cinesi vanno meglio. Chi sono i concorrenti dell'Italia? «Nel caso della meccanica - dice la Giovannetti - i concorrenti tradizionali sono Germania, Stati Uniti e Giappone. Ma anche qui avanza la concorrenza cinese che ha conquistato quote sul mercato asiatico a spese del Giappone». È importante comunque sottolineare che non ci sono settori protetti e che le piccole imprese devono mettere a punto strategie adeguate, per riqualificare l'offerta e intercettare il ceto medio dei paesi emergenti. «Gli spazi per percorrere le nuove rotte ci sono», conclude la Giovannetti. «Per coprirli al meglio è però necessario capire chi sono i concorrenti nei mercati di approvvigionamento e investire sul capitale umano».

ore 15,30- Daniel Gros, bisogna puntare di più sul capitale umano

«È in atto un grande cambiamento nei paesi emergenti, soprattutto in Cina. Quello cinese è un mercato che cresce in modo impressionante. Quasi tutti i fattori che si vedono all'opera in Cina puntano su cambiamenti veloci, basti guardare il ritmo di realizzazione delle infrastrutture», ha detto Daniel Gros ,direttore del Ceps (centre for europeanpolicy studies). Anche sull'investimento in capitale umano si nota in Cina una grande attenzione. Secondo Gros «è aumentata la quantità ma anche la qualità». Merito anche del fatto che «le nuove leve che escono dalle scuole cinesi sono più preparate di quelle italiane e ci sono molti più universitari. La qualità degli studi è mediamente alta, la stessa cosa non si può dire dell'Italia». Quello della manodopera qualificata è un problema importante, dice il direttore del thin tank con sede a Bruxelles: «Le imprese infatti, vogliono innovare, ma se il paese non produce manodopera altamente qualificata l'impresa non può fare bene».

Ore 15,00 - Riccardo Marini, Pmi ossatura del sistema, non vanno spremute dal fisco

«Le imprese, soprattutto quelle Pmi che costituiscono l'ossatura del sistema produttivo italiano, vanno incoraggiate, supportate e promosse, non devono essere spremute da un fisco eccessivamente rapace; angariate da una burocrazia autoreferenziale e inefficiente; beffate da normative cervellotiche». Così il presidente dell'Unione industriale pratese, Riccardo Marini, ha aperto il XII Forum della piccola industria in corso a Prato. «I segnali di cambiamento ci sono: come Unione industriale pratese cogliamo l'occasione del forum per diffondere i risultati di un'indagine sul credito che abbiamo svolto sulle imprese nostre socie di vari settori e dalla quale si colgono chiaramente i segnali di un nuovo corso». «Pochi numeri - ha aggiunto Marini - sono già sufficienti a darne il senso. Se nel 2010 il 37% delle imprese che hanno partecipato all'indagine ha chiesto finanziamenti a medio/lungo termine per investimenti, significa che sono in tanti gli imprenditori che guardano avanti. Se a questo si aggiunge che l'82% delle imprese dichiara che le richieste di credito (per investimenti ma anche per liquidità ed altri utilizzi) hanno ricevuto dalle banche una risposta positiva, siamo legittimati a dire che anche gli operatori del credito stanno dimostrando una rinnovata fiducia nelle imprese, e soprattutto in quelle che hanno ripreso ad investire». Un segnale positivo dunque per Marini, di cui l'obiettivo investimenti «è primario e si articola in varie direzioni, da quelle classiche, soprattutto per il manufatturiero, dell'acquisizione o del rinnovo di macchinari, impianti e unità produttive, a quelle legate al potenziamento delle competenze, alla ricerca e all'innovazione». Per Marini è infine necessario che «gli investimenti vengano sostenuti con determinazione da tutti i soggetti che hanno la possibilità di farlo, a cominciare ovviamente dalle istituzioni nazionali e regionali».

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