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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2010 alle ore 14:48.
Sono stato avviati i lavori del cantiere per la riforma del fisco. Una revisione del sistema tributario attesa «da 40 anni», ha detto il premier, con tre priorità: «famiglia, lavoro e ricerca». Le parti sociali saranno chiamate a un nuovo confronto sui contenuti nel giro di 3-4 giorni. Ma ecco, nel dettaglio, le posizioni in campo.
Confindustria, riduzione della tasse su imprese e lavoratori
Semplificazione, lotta all'evasione e all'elusione fiscale, un possibile intervento sulle imposte dirette sono il cocktail di misure auspicate dallaleader degli industriali, Emma Marcegaglia, che ha sottolineato come la riforma fiscale sia lo strumento più potente «per ridare stimolo e fiducia alla crescita» e ha auspicato che il risultato finale debba essere «la riduzione delle tasse sulle imprese e i lavoratori». Ha auspicato che la riforma abbia al centro il lavoro e l'impresa e che parte del recupero dell'evasione («un enorme bacino da cui avere di più»), vada a ridurre proprio la tassazione su imprese e lavoro. Con i numeri la presidente di Confindustria ha dimostrato il peso eccessivo del fisco sulle imprese: secondo i dati elaborati dal centro studi confindustriale, la pressione fiscale sul lavoro sfiora il 50% per le aziende e arriva anche a punte del 70 per cento. Sull'incremento della tassazione delle rendite Confindustria ritiene che nuocerebbe indirettamente ai nostri titoli di Stato. Semplificazione e certezza del diritto, poi, sono due fattori importanti quanto l'analisi della pressione fiscale. Altro punto fondamentale che l'iter della riforma fiscale sia «complessiva e non settoriale o parziale» e che si compia «in tempi non troppo lunghi».
Rete imprese, non aumentare il prelievo sui consumi
«Bisogna ridurre la pressione fiscale complessiva, eliminare l'Irap sui piccoli imprenditori per rafforzare crescita, produttività, sviluppo e occupazione, senza pensare che si possa aumentare il prelievo fiscale sui consumi perché anzi c'é bisogno di un risveglio della domanda interna». È la richiesta di Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, al tavolo in qualità di rappresentante di Rete imprese. La riforma fiscale per il presidente «è la madre di tutte le riforme perchè il suo necessario perseguimento implica il fatto che i numeri vengono prima della politica e la politica deve adattarsi ai numeri».