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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 15:25.
Susanna Camusso è la nuova segretaria generale della Cgil. Ha ottenuto un ampio consenso dall'elezione a scrutinio segreto tra i componenti del direttivo: sui 162 aventi diritto al voto si sono espressi in 158 (97,5 per cento). I sì sono stati 125 (79,1%), i no 21 (13,3%), 12 gli astenuti (7,6 per cento).
Nel suo primo intervento da segretario generale ha confermato che «l'unità sindacale rappresenta un punto di riferimento», sottolineando come la divisione con Cisl e Uil abbia prodotto «un deficit di risultati per i lavoratori, non ho memoria di un periodo così buio nei rapporti con gli altri sindacati», il filo comune può essere ripreso «a partire dalle norme sulla rappresentanza e la democrazia, dobbiamo darci le regole per stare insieme nonostante le differenze».
Camusso ha chiamato in causa il Governo: «Ha scientemente lavorato per dividere il sindacato e peggiorare la crisi, siamo l'unico paese in cui durante una crisi così non c'é stato un confronto con le parti sociali». Rivolgendosi agli imprenditori, con i quali è in corso il confronto ai tavoli del patto sulla crescita, ha ricordato «c'é stata una stagione molto lunga nella quale le associazioni imprenditoriali hanno scelto la strada seguita dal governo», ma «cogliamo l'esigenza delle imprese in questa fase di cercare di cogliere le risposte non avute dal governo, vedremo se le parti sociali, sapranno con una pressione congiunta cambiare le cose».
Non ha sciolto le riserve sullo sciopero generale – che diventerebbe il quarto organizzato dalla sola Cgil da quando è iniziata la crisi – sollecitato a gran voce dalla Fiom nella manifestazione del 16 ottobre: «Lo sciopero generale è nell'agenda di qualunque sindacato quando deve sostenere le sue proposte e la sua piattaforma – ha detto –. Non è un rituale, è uno strumento che si usa per ottenere un risultato e il gruppo dirigente valuterà, se e quando farlo».
Susanna Camusso non si sottrae al tema del rapporto con la Fiom, organizzazione che Susanna Camusso conosce molto bene, avendo 35 anni fa iniziato giovanissima tra le tute blu la propria esperienza sindacale, per finire poi emarginata in quanto riformista dall'ala massimalista: se da un lato ricorda che «per la Cgil nessuna categoria può essere un problema ma una parte dell'organizzazione», dall'altro invita a non trascurare che «questa é una stagione in cui la confederazione ha l'onere di fare una proposta e chiediamo anche alla Fiom di essere un sindacato che oltre a difendere sappia anche proporre».