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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2010 alle ore 20:11.
Trovo difficile parlare del recente scandalo dei pignoramenti negli Stati Uniti. Dopo le rivelazioni emerse in ottobre sulle irregolarità nelle procedure di pignoramento da parte di molte banche e società di mutui, i procuratori generali di tutti e 50 gli Stati americani hanno annunciato di voler avviare indagini al riguardo. È evidente che le banche (tanto per cambiare) hanno commesso irregolarità su vasta scala, ma decidere che atteggiamento assumere al riguardo non è altrettanto semplice.
Una cosa è evidente: l'argomento principale di quelli che dicono di chiudere un occhio su tutta la faccenda ed evitare un congelamento temporaneo dei pignoramenti è sbagliato.
Qualche esponente dell'Amministrazione Obama ha detto che non bisogna bloccare i pignoramenti perché è importante che quegli immobili vengano confiscati e venduti in modo da fare pulizia di tutto il casino.
Sembra una tesi ragionevole, ma guardiamo che cosa succede alle case pignorate.
Il fatto è che un numero preoccupante di queste case non è in vendita. C'è un enorme «inventario ombra» di case che sono state confiscate ma ancora non messe sul mercato, circa 5,2 milioni di immobili a ottobre secondo il Wall Street Journal. Se le società di intermediazione mutui volessero veramente vendere queste case e chiudere la faccenda sarebbero più disponibili verso le vendite allo scoperto, cioè consentirebbero agli attuali proprietari di vendere la casa al prezzo migliore che riescono a spuntare. Poi verserebbero il ricavato alla banca e la questione finirebbe lì. Questo succede spesso, ma ci sono anche casi in cui questa possibilità viene rifiutata e si procede al pignoramento.
La ragione ufficiale per questi rifiuti è il rischio di frode (ad esempio il proprietario può vendere la casa per una cifra irrisoria al cugino, o a chiunque altro, e poi magari ritrasferircisi). Ma è così difficile impedire queste frodi con i controlli (quantomeno, impedirle in misura sufficiente a evitare abusi eclatanti)? Ricordiamoci che una casa venduta a meno del suo valore per il creditore rappresenta comunque un affare migliore di una casa non venduta. Un'altra spiegazione di questa propensione delle banche a pignorare gli immobili e tenerseli sul groppone per lunghi periodi è che si tratta semplicemente di una strategia «aspetta e spera».