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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 12:49.
Una notevole parte del maxiemendamento potrebbe essere dichiarata inammissibile. A un esame preliminare di ammissibilità, infatti, molti articoli e commi del maxiemendamento del Governo al Ddl di stabilità sono a rischio. La provvisorietà del vaglio, ha rilevato il presidente della commissione Bilancio, Giancarlo Giorgetti, é legata alla mancanza della relazione tecnica, per cui, ha annunciato che si riserva di definire successivamente le ammissibilità definitive. Il testo del maxiendamento. A rischio per Giorgetti molti commi sui giochi (che nel complesso devono garantire entrate per un miliardo), che però potranno rientrare se il Governo specificherà che quelle norme danno gettito, e gli 800 milioni destinati a rifinanziare il fondo cui attingevano settori come scuole e cinque per mille.
Inoltre Giorgetti ha sottolineato che «la valutazione di ammissibilità deve in ogni caso tenere conto di un fatto politico di primaria rilevanza»: la «condivisione all'unanimità» della commissione della scelta del governo di inserire nella Finanziaria il decreto sviluppo. La legge di stabilità, infatti, avrebbe docuto essere solo tabellare, come più volte sottolineato dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «Tale circostanza - ha sottolineato Giorgetti - deve essere adeguatamente considerata anche tenendo conto dell'opinione dei gruppi al riguardo» nell'analisi delle norme.
Poi nel corso del pomeriggio la stretta sui giochi passa il vaglio dell'ammissibilità della commissione Bilancio (la relazione stima «un possibile maggior gettito» tra i 442 e i 500 milioni di euro). Resta, invece, in bilico invece il fondo che destina 800 milioni a un complesso eterogeneo di interventi come il 5 per mille, le scuole non statali, la gratuità dei libri di testo. Lo speech spiega che «potrebbe ritenersi ammissibile qualora il governo proceda a ripartire l'importo previsto» tra le differenti voci indicate dall'elenco 1 della finanziaria dell'anno scorso. Inammissibile, invece, l'articolo 2 in materia di accordo bonario e arbitrato nei contratti pubblici perché «presenta un carattere prevalentemente ordinamentale». Bocciato anche le disposizioni in materia di semplificazione dei contratti