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Economia Politica economica

Otto italiani su 10 puntano l'indice sui furbetti del fisco. Venturi: la riforma è una priorità del paese

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2010 alle ore 12:26.

Il 79% degli italiani punta l'indice su chi fa il furbo con il fisco ed evade o elude le tasse. È quanto emerge da un sondaggio Confesercenti-Ispo. Una percentuale che alla fine di maggio era in aumento di 3 punti da febbraio 2010 e che conferma il crescere della condanna nei confronti di chi fa il furbo con il fisco. Se poi si confronta il dato del 79% di "intransigenti" con le risultanze emerse a gennaio 2009 l'aumento è perfino assai più netto: ben 8 punti (71%).

Un atteggiamento che si accompagna all'esigenza sempre più evidente di un fisco che cominci ad invertire la marcia e diventi gradualmente meno pesante. Rispetto alla questione fiscale ed a quella dell'evasione ed elusione sul giudizio degli italiani incide anche la forte preoccupazione per la crisi: tanto che una parte di questi non esclude una certa indulgenza verso comportamenti non corretti la percentuale più cospicua è costituita dal 30% dei disoccupati (erano il 28% nel sondaggio precedente) quasi fosse un sentimento di "rivolta" contro una situazione che preclude lavoro e stabilità, a ruota il 5% delle casalinghe ed il 22% dei lavoratori dipendenti con basse qualifiche e qui gioca un ruolo importante la paura del futuro, ed ancora il 17% dei pensionati.

Anche un altro test segnala la presenza di un'ampia maggioranza virtuosa che soprattutto nella fase più acuta di crisi non è disponibile ad essere tollerante. Di fronte alla considerazione che si può "pensare ai problemi economici personali e non pagare qualche tassa", la percentuale di chi non è d'accordo su questa tesi sale dal 71% di febbraio al 76%. Resta sempre, è pur vero, quasi un quarto della popolazione che sembra voler giustificare un atteggiamento egoistico o di "sopravvivenza" costi quel che costi (il 23% del campione che risulta così suddiviso: molto d'accordo il 4%, abbastanza d'accordo il 19%). Fra questi ultimi emerge un 36% di persone che sono in cassa integrazione. Od ha perso il lavoro.

Quelli che sono a favore di un comportamento corretto si trovano in particolare fra i meno giovani ed i più acculturati. E per le aree territoriali sono più "sensibili" nord est e centro. "Ignorare" qualche imposta senza sensi di colpa o con qualche rimorso? Del 23% di "indulgenti" nei riguardi di tali comportamenti negativi ben il 16% ritiene che non debba esserci nemmeno l'ombra di un rimorso. Ma la crisi e il conseguente stato di necessità economica sembra fare capolino anche in questo caso: fra gli italiani che non si scandalizzano di una qualche furberia fiscale senza sensi di colpa appare in crescita la percentuale tra chi ha perso il lavoro od è in cassa integrazione (dal 17 di febbraio 2010 al 26%), tra chi pensa che fra un anno la situazione economica sia peggiorata (dal 20 al 27%), tra chi è preoccupato per il bilancio familiare (dal 15 al 19%).

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Tags Correlati: Confesercenti | Fisco | Marco Venturi

 

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