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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2010 alle ore 11:31.
L'Ocse ha rivisto leggermente al ribasso le previsioni di crescita dell'Italia, ma anche migliorato le stime sul deficit, che pur restando sopra il 3% nel 2012 è sotto la media dell'area Ocse e della zona euro. Nel Rapporto semestrale sulle prospettive economiche, l'Organizzazione prevede un incremento del Pil italiano dell'1% nel 2010, contro l'1,1% indicato nell'Outlook di maggio e dell'1,3% nel 2011 (dall'1,5%), mentre per il 2012 la previsione punta a +1,6%. Le previsioni peraltro restano più ottimistiche di quelle del Centro Studi Confindustria recentemente rese note.
L'Ocse ha rivisto invece al rialzo le proprie stime sulla crescita economica dell'Eurozona. Il Pil, secondo l'Economic Outlook, dovrebbe crescere quest'anno dell'1,7% (+1,2% le precedenti stime di maggio), per confermarsi sullo stesso ritmo nel prossimo (+1,8%) e poi accelerare al 2% nel 2012. Nell'area, stando al rapporto, è in corso un graduale recupero dell'economia, guidato dal robusto export e dagli aumenti di consumi e investimenti. Sono stati inoltre rilevati il rimbalzo della fiducia e il miglioramento del sistema finanziario.
La crescita economia americana è rallentata nella seconda parte del 2010 rispetto a quanto registrato nel primo semestre e nella parte finale del 2009. Per questo l'Ocse, nell'Outlook Economic, ha rivisto in netto calo le performance attese per il Pil d'Oltreoceano: al 2,7% dal 3,2% indicato in maggio per quest'anno e al 2,2% dal 3,2% per il prossimo. Il ritmo dovrebbe poi accelerare al 3,1% nel 2012.
La ripresa economica in corso nella maggior parte dei Paesi Ocse ancora non aggancia i Paesi europei in difficoltà, come l'Irlanda, la Grecia e la Spagna che quest'anno vedranno il prodotto interno lordo in «rosso»: per la Grecia - stima l'Ocse nell'Economic Outlook diffuso oggi - il Pil registrerà un -3,9%; -0,3% in Irlanda e -0,2% in Spagna. Fa eccezione il Portogallo per il quale l'Organizzazione di Parigi stima nel 2010 una crescita dell'1,5%.
Tornando al nostro paese il deficit, stimato al 5% del Pil quest'anno (contro il 5,2% previsto in precedenza) dovrebbe scendere al 3,9% il prossimo (contro il 5% stimato a maggio) e al 3,1% nel 2012, dati migliori della media Ocse (-6,1% nel 2011 e -4,7% nel 2012) e dell'area euro (-4,6% e -3,5%). Il debito invece dovrebbe salire «fino a un massimo di circa il 120% del Pil nel 2012». Le previsioni si basano sul presupposte che verranno introdotte «misure sufficienti» per rispettare il target di deficit previsto dal Governo nei prossimi due anni, ma «una crescita inferiore alle stime ufficiali potrebbe impedire la discesa del deficit sotto il 3% del Pil», nota l'Ocse, ricordando che il Dpef prevede un deficit/Pil al 2,7% nel 2012 e al 2,2% nel 2013. «Il beneficio delle azioni intraprese in passato si è visto nella relativa stabilità dei tassi di interesse dei titoli del Governo italiano», che si sono comportati relativamente bene sui mercati obbligazionari rispetto a quelli degli altri Paesi del sud dell'Europa.