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Economia Lavoro

Salta la trattativa per Mirafori. Fiat potrebbe salire al 51% di Chrysler prima del 2013

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 13:12.

Fiat potrebbe salire al 51% di Chrysler prima del 2013 (di Andrea Malan)

Al termine di una riunione ristretta con i sindacati la Fiat «ha preso atto che non esistono le condizioni per raggiungere una intesa sul piano di rilancio dello stabilimento di Mirafiori». È quanto afferma in una dichiarazione lo stesso Lingotto. La trattativa sul piano per Mirafioriè dunque finita. A chiudere il confronto è stata la Fiat. I sindacati avevano infatti proposto di riprenderlo tra qualche giorno per poter valutare complessivamente le proposte della società.

L'interruzione é avvenuta su un punto nodale, spiegano le fonti, vale a dire che «la cornice contrattuale della jv creata per Mirafiori nell'ultimo passaggio non prevede alcun riferimento all'accordo nazionale», il che ha spinto, non solo la Fiom, ma anche le altre sigle a «dover riconsiderare» la proposta. «La nostra priorità adesso - ha indicato un rappresentante della Fiom - é che da lunedì, con il rientro dei lavoratori dalla cassa integrazione, vengano organizzate assemblee e si informino i lavoratori». L'azienda ha detto, aggiungono le fonti, che «informerà l'a.d. del gruppo, Sergio Marchionne, di quanto accaduto, ma che al momento non esistono le condizioni per definire una nuova data di incontro. Non é per niente scontato che la trattativa possa riprendere».

«Non sono stupito dalla piega che il confronto ha preso. Da Pomigliano diciamo che la Fiat vuole costruire un suo contratto aziendale al posto di quello nazionale. È stato un errore seguirli sulla strada delle modifiche contrattuali e delle deroghe». Lo afferma Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, a proposito dell'andamento della trattativa su Mirafiori. «Vogliono un loro contratto e usare quello nazionale come un supermercato dai cui scaffali prendere di volta in volta quello che gli serve», aggiunge Airaudo. «La Fiat è la prima importante azienda italiana - conclude l'esponente della Fiom - che ci porta fuori dal contratto nazionale e dalle regole sociali ed europee. Una specie di zona franca».

Secondo Eros Panicali (Uilm nazionale) l'investimento sullo stabilimento torinese di Mirafiori «deve essere fatto, si deve trovare una soluzione». «Noi - dice - non abbiamo interrotto la trattativa, avevamo chiesto alcuni giorni per fare una valutazione complessiva con i lavoratori e la risposta dell'Azienda, che non ci è piaciuta, è stata la presa d'atto che non ci sono le condizioni per fare l'investimento. Questo noi lo riteniamo inaccettabile». Panicali spiega: «Abbiamo sottoscritto un contratto nazionale, la Fiat vuole applicare un contratto fuori dal sistema contrattuale e noi, sottoscrittori di contratti nazionali, abbiamo qualche perplessità».

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Per la Cisl la rottura della trattativa sullo stabilimento Fiat di Mirafiori «è solo una sospensione del confronto. Non vengono certo da noi gli ostacoli e le difficoltà a concludere positivamente la trattativa». Lo ha dichiarato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. «sperare che nel confronto in corso a Torino non vengano poste pregiudiziali o fatte 'sceneggiate' tipiche dei tavoli politici, ma prevalga invece - ha detto Bonanni - il senso di responsabilità e la necessità di portare avanti l`investimento nell`interesse della comunità torinese e del paese. Occorre sviscerare per la Cisl ogni aspetto pur di arrivare ad una soluzione condivisa dalla Fiat e dai sindacati».

Dello stesso tenore la posizione del segretario generale della Uil, Luigi Angheletti: «È ciò che succede in confronti complessi e difficili come quello in corso con la Fiat. Per garantire un futuro a migliaia di lavoratori e allo stabilimento simbolo di questa azienda, all'accordo non c'é alternativa né per i sindacati né per la Fiat».

Una ripresa del dialogo è auspicata anche dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. «L'investimento ipotizzato da Fiat per lo stabilimento di Mirafiori é talmente importante per il futuro dei lavoratori, del territorio, dell'intero gruppo e dell'economia italiana da meritare la ripresa del dialogo tra le parti con priorità di attenzione a quegli aspetti sostanziali che consentono la piena utilizzazione degli impianti con i conseguenti incrementi retributivi detassati». Secondo il ministro «ciò richiede l'abbandono di ogni pregiudizio e di ogni rigido formalismo da parte di tutti per ricercare ciò che unisce nel nome del lavoro e dell'impresa. Faccio appello alla responsabilità di tutti gli attori del negoziato - conclude Sacconi - affinché intelligenza ed esperienza conducano a far prevalere il bene comune».

Nessun riflesso particolare in Borsa. Fiat ha limato parzialmente i guadagni a Piazza Affari dopo l'annuncio della mancata intesa su Mirafiori. A circa tre ore e mezza dalla chiusura della Borsa, le azioni del Lingotto guadagnano comunque l'1,04% a 13,62 euro (con un volume di scambi pari a oltre 13 milioni e 780mila pezzi). Nella prima parte della seduta, molto positiva per la casa di Torino, il titolo aveva toccato un massimo di 13,70 euro.

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