House Ad
House Ad
 

Economia Lavoro

Intesa su Mirafiori, no della Fiom. Marchionne: ora gli investimenti. Ecco che cosa cambia

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2010 alle ore 07:27.

Domande e risposte: ecco che cosa cambia con l'Intesa su Mirafiori.

TORINO - «È un gran bel momento per tutti quelli che hanno faticato per raggiungere un'intesa, ma soprattutto per i lavoratori e per il futuro dello stabilimento. Mirafiori inizia oggi una nuova fase della sua vita. Questo stabilimento è il simbolo della Fiat». Sergio Marchionne, amministratore delegato del Lingotto, non nasconde la soddisfazione per l'accordo raggiunto ieri sera all'Unione industriale di Torino. «Un'intesa – commenta Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria – che rappresenta un significativo elemento di innovazione per le relazioni industriali e che va a vantaggio dell'intero sistema economico e produttivo del Paese».

Marchionne avrebbe però preferito «una condivisione del progetto da parte di tutti i sindacati». La Fiom, invece, ha deciso di non firmare quello che Roberto Di Maulo, segretario della Fismic, ha definito «uno storico accordo». E non c'è dubbio che l'intesa presenti parecchi aspetti "storici". Innanzi tutto perché la Fiom non sarà più rappresentata all'interno di Mirafiori come conseguenza della mancata firma dell'accordo. Non una ripicca aziendale, ma la rigida applicazione della legge. Anche se, in un periodo di forti tensioni sociali, la mancata presenza del secondo sindacato nello stabilimento simbolo dell'industria italiana non è di poco conto. Ovviamente Federico Bellono, segretario della Fiom torinese, ha motivato il no della sua organizzazione con il rifiuto della Fiat di accogliere le richieste dei sindacati sulla base del testo aziendale. Anzi, a suo avviso il testo è persino peggiorato rispetto a 20 giorni or sono. È proprio nel merito che le valutazioni dei sindacati sono opposte. In particolar modo i nodi riguardano l'assenteismo e la pausa mensa. Spiega Eros Panicali, della Uilm : «Siamo riusciti ad ottenere la mensa all'interno del turno e abbiamo aumentato il tasso di assenteismo da cui scatteranno le penalizzazioni al 3,5% (vicino alla media territoriale), riducendo la penalizzazione dei giorni di carenza.

Replica il segretario della Fiom: non è vero, la mensa sarà portata a fine turno quando le produzioni andranno a regime. Quanto alle malattie, a regime saranno 2 i giorni non pagati. Ma Di Maulo ricorda che, per spostare la mensa, occorrerà arrivare ad un altro accordo con il sindacato e comunque nel frattempo si cercheranno soluzioni alternative per la manutenzione. Quanto alla malattia, Maurizio Peverati (Uilm) assicura che prima di arrivare alle penalizzazioni si esaminerà il comportamento pregresso del singolo lavoratore, saranno escluse le malattie croniche e si arriverà alla penalizzazione solo dopo alcuni avvertimenti. Sul tutto vigilerà una apposita commissione di verifica.

L’articolo continua sotto

Addio alle Rsu, solo chi firma è rappresentato

L'avevano messa sul tavolo già dall'inizio della trattativa: la richiesta di nuove regole sulla

I sindacati: è la via giusta

L'intesa con la Fiat viene accolta con soddisfazione dai sindacati dei metalmeccanici che

Così Torino salva l'industria

«La morale di questa storia è duplice. Che, con l'accordo siglato ieri, la globalizzazione è

Tags Correlati: Alfa Romeo | Antonio D'Anolfo | Bruno Vitali | Chrysler | Confindustria | Federico Bellono | Fiat | Fiom | Fismic | Imprese | Maurizio Peverati | Mirafiori | Roberto Di Maulo | Sergio Marchionne | Torino (squadra) | Torino (squadra)

 

Al di là di questi punti, su cui ieri si è incentrata la discussione, è l'analisi delle conseguenze a tener banco. «Abbiamo incastrato Marchionne – assicura Bruno Vitali (Fim) – obbligandolo a procedere con gli investimenti annunciati. Noi abbiamo fatto la nostra parte ma la decisione finale spetta ora ai lavoratori che saranno consultati a gennaio». Anche Antonio D'Anolfo (Ugl) è convinto di una risposta positiva da parte dei lavoratori a cui «non sfuggirà l'importanza di un accordo che porterà lavoro e serenità».

Gli aspetti storici dell'accordo
Si ritorna, dunque, agli aspetti storici di questo accordo. Che per Di Maulo dimostra come anche in Italia sia possibile fare attività manifatturiera, arrestando il declino industriale e attirando anche investimenti esteri. Chiaro il riferimento alla joint venture Fiat-Chrysler che sarà creata per Mirafiori e che porterà alla produzione di Suv con marchio americano oltre a vettura con marchio Alfa. Tutto ciò, assicura Di Maulo, senza chiedere sacrifici salariali o normativi: i lavoratori avranno una compensazione mensile di 32,50 euro per la riduzione della durata delle pause mentre per effetto delle maggiorazioni di turno, la busta paga aumenterà di almeno 4mila euro lordi annui.

Ora, secondo il presidente dell'Unione industriale torinese, Gianfranco Carbonato, si tratta di inserire le nuove regole – che intoducono elementi di discontinuità nelle relazioni industriali, rendendole più moderne – all'interno di un contratto nazionale dell'auto che sia inserito nel sistema confindustriale. E Carbonato auspica che le nuove regole possano essere estese anche ad altri settori. D'altronde anche Marcegaglia assicura che si lavorerà «tutti insieme per realizzare questo importante accordo». Già la prossima settimana sarà stipulato il contratto collettivo di Pomigliano, che sarà poi applicato a Mirafiori e che dovrebbe essere successivamente esteso a tutti gli altri stabilimenti del gruppo.

Gli effetti non si vedranno subito
Gli effetti, comunque, non si vedranno subito. Perché occorrerà tempo per realizzare gli investimenti promessi per oltre 1 miliardo di euro e che porteranno ad una produzione, a regime, di 280mila auto, con uno stabilimento che lavorerà 24 ore al giorno per 6 giorni alla settimana. Va ricordato che il 2010 si chiuderà con una produzione di circa 120mila vetture. Nei progetti della Fiat la ripresa produttiva dovrà partire nella seconda metà del 2012. Ieri intanto Fiat Industrial ha firmato un finanziamento per 4,2 miliardi di euro con una serie di banche per far fronte alle necessità della nuova società.

Shopping24

Da non perdere

Per l'Italia la carta del mondo

Mentre la crisi reale morde più crudelmente, mentre i mercati finanziari saggiano possibili

In Europa la carta «interna»

Batti e ribatti sui nudi sacrifici degli altri, sull'algido rigore senza paracadute e prima o poi

La commedia di Bruxelles

Al Parlamento europeo è andato in scena il terzo atto di una commedia dal titolo: Regole per le

Guarguaglini: ecco le mie verità

«Ho sempre detto che ero innocente, le conclusioni delle indagini lo dimostrano: nell'archiviazione

Una redistribuzione di buon senso

Arrivano dal ministero della Giustizia le nuove piante organiche dei tribunali. Un intervento

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da