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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 08:07.
Prima ancora di partire per il tavolo di confronto su democrazia e rappresentanza si profila un percorso ad ostacoli. Sul testo approvato dal direttivo della Cgil di sabato scorso, inviato ieri a Cisl, Uil e Confindustria, arrivano già le prime bocciature.
Per la Cisl la proposta della Cgil «sembra più mirata alla soluzione di un problema interno di organizzazione che a trovare una base proficua per un accordo interconfederale», considerato «opportuno ed urgente». Anche per la Uil «bisogna fare riferimento all'accordo unitario approvato nel 2008 pubblicato sui nostri siti», per far ripartire il confronto. Nel dettaglio, le polemiche riguardano il capitolo della proposta Cgil che prevede il voto dei lavoratori per il mandato a firmare se nel negoziato emergono dissensi tra i sindacati e «i favorevoli alla firma non raggiungono un quorum da definire, comunque superiore alla maggioranza semplice della rappresentatività». Inoltre, nella proposta Cgil «il voto certificato o referendario dei lavoratori, espresso con una maggioranza semplice è vincolante» per tutti i sindacati che hanno avviato il percorso di verifica del mandato, ma le altre organizzazioni possono comunque ricorrere al referendum abrogativo.
Per la Cisl il nodo critico è che la Cgil «per legittimare una pratica abnorme di referendum tra quelli di mandato per firmare gli accordi e quelli di abrogazione, propone di stravolgere, con percentuali più alte, il criterio universale della maggioranza del 50%+1 per rendere valida la firma di un accordo sindacale», come previsto per il settore pubblico. La proposta per la Cisl «vanifica la natura associativa del sindacato e la democrazia rappresentativa» e «stravolge l'equilibrio» raggiunto nel documento unitario del maggio 2008 «rispettoso del pluralismo sindacale», considerato «l'unica base per una intesa rapida e costruttiva». Sono due i punti del documento unitario del 2008 richiamati dalla Cisl: il «costante coinvolgimento degli organismi sindacali con continue verifiche degli iscritti, di tutti i lavoratori» e «la responsabilità degli organismi sindacali nell'approvazione dell'ipotesi di accordo per il mandato alla firma, previa la consultazione certificata tra tutti i lavoratori».