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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 10:19.
Il 2010 comunica l'Istat è stato un anno di ripresa per l'industria italiana . Sono rimbalzati sia gli ordini sia il fatturato, mettendo a segno il miglior risultato dal 2001. In particolare, l'indice grezzo ha segnato l'anno scorso un incremento del 13,9% per gli ordinativi (-22,7% nel 2009) e del 10,1% per il fatturato (-18,9% nel 2009). Sia gli ordini che il fatturato sono stati trainati dalla componente estera (rispettivamente +21,2% e +16%), mentre la domanda interna ha segnato +9,9% e +7,7%.
Nel solo mese di dicembre fatturato e ordinativi (dati destagionalizzati) hanno registrato, nel confronto con il mese precedente, rispettivamente un calo dello 0,3% (-0,2% nazionale, -0,4% estero) e un incremento del 5,4% (+5,9% nazionale e +4,6% estera), mentre a livello tendenziale, rispetto cioè al dicembre 2009, il fatturato (in dati grezzi) è salito dell'11,4% (+9,5% nazionale e +17% estero )e gli ordini del 17,4% (+18,7% nazionali, +15,1% esteri). A dicembre il fatturato è diminuito dello 0,2% sul mercato interno e dello 0,4% su quello estero; gli ordinativi nazionali hanno registrato un aumento del 5,9%, quelli esteri del 4,6%.
Dicembre ancora negativo per l'auto
Ha continuato ad andare male a dicembre 2010 il settore degli autoveicoli. Il fatturato, infatti, ha segnato su base annua (dati grezzi, non depurati cioè dalle variazioni di calendario) un calo del 3,9% mentre gli ordinativi sono scesi dell'11,2%. In generale, gli indici destagionalizzati del fatturato per raggruppamenti principali di industrie hanno segnato a dicembre, rispetto a novembre, una variazione positiva per l'energia (+7,7%) e variazioni negative per i beni strumentali (-3%), per i beni di consumo (-0,7%, con -1,9% per quelli durevoli e -0,4% per quelli non durevoli) e per i beni intermedi (-0,1%). L'indice del fatturato corretto per gli effetti di calendario in dicembre ha segnato un aumento, rispetto al diecembre 2009, del 31,7% per l'energia, del 17,3% per i beni intermedi e del 3,2% per i beni di consumo (+2,3% per quelli durevoli e +3,5% per quelli non durevoli); è calato dell'1,4% per i beni strumentali.