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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 19:46.

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Per i reduci dei Tango-bond è il momento della scelta. Ecco come orientarsi (Reuters)Per i reduci dei Tango-bond è il momento della scelta. Ecco come orientarsi (Reuters)

Opzione Discount.
La seconda opzione, che servirà a anche a coprire le quote che non potranno essere soddisfatte con le obbligazioni alla pari, sarà composta da tre elementi: 1) obbligazioni a sconto che ingloberanno una quota di interessi pregressi; 2) obbligazioni Global 2017; 3) titoli Pil.
Le obbligazioni a sconto, scadenza dicembre 2033, saranno corrisposte ad un rapporto di scambio del 33,7% rispetto al valore iniziale dei Tango-Bond. A ciò vanno aggiunti gli interessi per il periodo 2004-2010 corrisposti non in contanti ma in titoli discount, portando intorno al 45% la percentuale di titoli iscount rispetto al valore iniziale dei bond in portafoglio. A partire da dicembre 2009, questi titoli riscuoteranno cedole semestrali del 7,82% su base annuale. Per i primi 4 anni, fino al 2013 una parte degli interessi (il 2,37%) sarà capitalizzata, il resto è cash. Il rimborso del capitale scatta 10 anni prima della scadenza, dal 2024, in 20 rate semestrali.

Le obbligazioni Global 2017 saranno denominate in dollari Usa e saranno assegnate per un valore pari a 27 centesimi di euro per ogni euro di nuove obbligazioni Discount (al lordo delle commissioni per la banche che gestitscono l'operazione per conto dell'Argentina). Danno diritto ad una cedola pagata ogni semestre, con interessi dell'8,75% su base annua. Alla scadenza il loro valore sarà rimborsato in un'unica soluzione. Per 10mila dollari di Tango bond, un risparmiatore retail si troverebbe in tasca circa 1.250 dollari di obbligazioni Global 2017.

I titoli Pil per l'opzione Discount saranno assegnati per un importo pari a quello complessivo di Tango bond in portafoglio per ciascun risparmiatore. Come nel caso dell'opzione Par, non danno diritto ad alcun rimborso a scadenza, ma solo alla riscossione di un rendimento annuale legato al Pil argentino eccedente rispetto a quello Base indicato nel prospetto della ops per ogni anno, fino al 2035.

Obiettivo del governo argentino è quello di dare agli obbligazionisti retail "titoli con liquidità, com mercato e con capacità di trading" ha detto Lorenzino. Secondo quanto riferiscono fonti vicine all'operazione, c'è l'intenzione di chiedere la quotazione almeno in Lussemburgo.

Il momento delle scelte.
Per i titolari di Tango-bond, dunque, è il momento di decidere. L'opzione, piu' che tra obbligazioni Par e obbligazioni Discount, proposte dallo swap di Buenos Aires, è piuttosto tra se aderire o no all'offerta. All'interno di essa la scelta è obbligata: titoli Par con una piccola parte in contanti da subito ("nel giro di qualche mese" ha detto il segretario alle Finanze) per l'importo massimo possibile per ogni investitore. Il resto in titoli Discount e Global 2017, contando sulle rispettive cedole e sulla loro negoziabilità. Il resto in titoli Pil, puntando sulla crescita dell'economia argentina e non solo. Su tutto pesa la variabile tempo, non secondaria. La durata dei titoli si allunga, il recupero integrale (o quasi) dell'investimento nominale si allontana nel tempo. L'alternativa è l'arbitrato su cui punta la TFA, l'associazione che tutela gli investitori in titoli argentini. Ma anche su questo fronte i tempi rischiano di essere molto lunghi. Lasciando nel frattempo l'investitore senza alcun flusso di liquidità, sia pure minimo, e senza la possibilità di vendere sul mercato i titoli in portafoglio.

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