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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 16:11.

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MILANO - Resta meno di una settimana di tempo per aderire all'"ultima offerta" della Repubblica Argentina che vuole chiudere con il default del 2001 e "normalizzare" il proprio rapporto con i mercati finanziari. Ottenuto questo primo risultato, il governo di Buenos Aires potrebbe aspirare a un miglioramento del rating e a valutare il ritorno sul mercato del credito. Hernan Lorenzino, segretario alle Finanze, e Adrian Cosentino, sottosegretario, hanno lanciato oggi da Milano, a chiusura del road show, l'ultima chiamata per gli obbligazionisti italiani che non hanno aderito alla prima offerta di scambio per i bond argentini in default nel 2005.

«Sarebbe una cattiva decisione non aderire allo swap – ha detto Lorenzino in una conferenza stampa convocata nella sede milanese dello studio legale Cleary Gottlieb – perché è una buona offerta, e anche l'ultima». E il governo non ha neanche preso in considerazione, dice Lorenzino, l'ipotesi di estendere il periodo di adezione all'offerta pubblica di scambio.


L'adesione dei piccoli risparmiatori italiani rimasti scottati con i bond argentini all'inizio del decennio è decisiva per il successo dell'operazione di conversione dei vecchi bond con le nuove obbligazioni che giungeranno a scadenza nel 2038 ma che promettono il pagamento quasi immediato e in contanti degli interessi maturati tra il 2004 e il 2010. Il governo argentino si è posto l'obiettivo di arrivare al 60% di adesioni che, aggiunte al 30% di cinque anni fa, porterebbe al 90% la percentuale dei vecchi Tango-bond ristrutturati.


Di fatto, ciò metterebbe la parola fine a una brutta pagina per il governo argentino ma soprattutto per i risparmiatori rimasti impigliati nella rete, risparmiatori che in larga parte erano e sono italiani. La quota residua di debito non convertito sarebbe destinata a finire in contenzioso, nel caso in cui fossero definiti i termini di una procedura arbitrale. Su questa operazione di swap il governo argentino conta molto per riconquistare credibilità sui mercati finanziari, perciò l'"offensiva" mediatica per convincere i bondholder italiani ad aderire prevede anche incontri one-to-one con alcune associazioni dei consumatori.


Lorenzino non ha voluto dare aggiornamenti sulle adesioni, confermando che il 54% indicato nei giorni scorsi dal primo ministro «è stato superato». Il sottosegretario ha sottolineato l'aspetto dell'offerta che lega una quota di rimborso alle performance economiche del paese sudamericano, la cosiddetta ‘opzione pil', ricordando che «a fronte di una previsione di crescita del 2,5% per quest'anno», già adesso tutte le stime indicano che «l'incremento del pil non sarà inferiore al 5%» e le prospettive «sono molto positive anche per il 2011».

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