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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2010 alle ore 12:03.
Un mercato dei mutui a doppia faccia. Dopo il deludente andamento nel 2009 (con un volume erogato in flessione del 14,2% su un anno prima) nel 2010 il vento è, in parte, girato. Nel primo trimestre – secondo le elaborazioni Banca d'Italia e Nomisma – il monte prestiti per l'acquisto di abitazioni è cresciuto del 14,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se poi si considerano anche le altre tipologie di mutui – quelli relativi alla surroga, sostituzione, ristrutturazione, liquidità e consolidamento del debito – lo scatto registrato nel primo scorcio del 2010 è più ampio.
Le elaborazioni di Assofin, l'associazione per il credito al consumo e il mercato immobiliare, indicano un aumento del 42% dei flussi di "altri mutui" nei primi tre mesi e del 20% per l'acquisto dell'abitazione. Nel complesso, ponderando i valori finali, le erogazioni di prestiti ipotecari in Italia sono cresciute del 25 per cento. E qui il primo lato della medaglia.
Il secondo lato, quello relativo alla domanda, offre una prospettiva opposta. «Nei primi cinque mesi del 2010 la domanda di mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane ha registrato una battuta d'arresto rispetto allo stesso periodo del 2009 – illustra Enrico Lodi, direttore generale credit bureau services di Crif – quando per altro la crisi economica aveva già cominciato a far sentire i propri effetti negativi. Il decremento è stato pari a un modesto -1% ma la connotazione del trend in corso negli ultimi 18 mesi è nel fatto che molte famiglie sembrano aver perso parte della loro fiducia nel futuro e stanno rinviando i progetti di investimento anche per un bene primario come la casa».
Quindi, se lo si guarda dalla prospettiva dell'offerta, il mercato dei mutui è in salute. Se invece si sposta il baricentro sulla domanda lo stesso mercato sembra in affanno. L'anello di congiunzione di questi due dati discordanti è – argomentano gli esperti – rappresentato dal forte calo, in molti casi dovuto a precise scelte aziendali, delle concessioni di prestiti nel 2009.
In sostanza, molti istituti (su tutti UniCredit che l'anno scorso ha registrato una flessione delle erogazioni del 70% rispetto al 2008 e che quest'anno, invece, è ritornata sul mercato in modo molto più aggressivo con il lancio del Mutuo opzione sicura) sembrano aver riaperto i rubinetti alle famiglie dopo la chiusura dell'anno scorso. Ecco perché, di fronte a una domanda sostanzialmente invariata e, in linea generale piuttosto debole complice la crisi economica, si sta assistendo a un balzo a doppia cifra dei flussi nel 2010. Ma c'è anche un'altra interpretazione: «Quello attuale è un periodo in cui il mattone torna ad essere considerato uno dei beni rifugio per eccellenza – spiega Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin».
E le previsioni? «Alla luce del trend intrapreso è ragionevole ipotizzare che il mercato dei mutui possa chiudere il 2010 a doppia cifra, magari perdendo qualche punto rispetto al +25% del primo trimestre, ma comunque a doppia cifra». E sul fronte dei tassi? «Nell'ultimo anno il variabile è stato di gran lunga il preferito (secondo l'ufficio studi di Banca Mps, il primo istituto a lanciare il variabile con cap a inizio 2009, nel primo trimestre del 2010 l'incidenza del variabile è stata pari al 74% del totale, ndr) – conclude –. Nei prossimi mesi potremmo però assistere a un ritorno del fisso dato che gli Irs (i parametri a cui sono agganciati i mutui a tasso fisso, ndr) sono ai minimi storici e questo consente di poter spuntare oggi mutui fissi a un tasso inferiore al 5 per cento. Una buona soglia per dormire sonni tranquilli».
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