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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2010 alle ore 17:13.

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Sbarca uno strumento per investire sui dividendi attesi. Pro e contro dei titoli evoluti per risparmiatori (Olycom)Sbarca uno strumento per investire sui dividendi attesi. Pro e contro dei titoli evoluti per risparmiatori (Olycom)

Investire sull'evoluzione dei dividendi attesi. È questa l'ultima novità nel campo degli Etf (Exchange traded funds), strumenti quotati a Piazza Affari che replicano l'andamento di panieri di titoli, indici, materie prime. Consentono di investire nel mercato obbligazionario, azionario, anche utilizzando lo strumento della leva finanziaria. Insomma, tra gli oltre 300 prodotti quotati a Piazza Affari ce n'è di tutti i tipi.

L'ultimo arrivato nella casa degli Etf al condominio di Piazza Affari, ovvero il Lyxor Etf Euro Stoxx 50 Dividends, introduce, per la prima volta, l'asset class dei dividendi. Come funziona? Ha l'obiettivo di replicare un indice composto dai future sui dividendi delle 50 società dell'indice europeo Euro Stoxx 50. I future sono cinque, trattati sul mercato tedesco Eurex e, attualmente, fanno rispettivamente riferimento ai dividendi degli anni 2010, 2011, 2012, 2013 e 2014 (il future 2010, alla sua naturale scadenza, verrà sostituito dal future 2015). Viene riconosciuto il tasso Eonia sulla quota parte di capitale non impegnata nei margini dei future.

Il valore finale del future sui dividendi di un determinato anno è pari alla sommatoria dei dividendi lordi effettivamente pagati in quell'anno dalle società che costituiscono l'indice Euro Stoxx 50: pertanto chi acquista il future prevede una crescita dei dividendi attesi (o realizzati) rispetto alle attuali aspettative espresse dal mercato attraverso i prezzi dei future stessi. Di conseguenza investire nell'Etf significa ritenere che il mercato stimi un ammontare di dividendi attesi minore rispetto a quello che stimerà in futuro e pertanto, con l'Etf si ha l'obiettivo di realizzare proprio tale differenza.

È evidente che si tratta di uno strumento complesso, adatto solo per investitori professionali sofisticati. Ma gli Etf, complessi e non, piacciono ai risparmiatori italiani. «A differenza degli altri paesi europei nel mercato italiano c'è una forte presenza di investitori retail - spiega Silvia Bosoni, responsabile listing Etf di Borsa Italiana -. Osservando infatti le contrattazioni notiamo che quasi il 90% dei contratti viene concluso a fronte di un controvalore medio inferiore ai 50.000 euro. È però la presenza degli istituzionali che, pur con un numero minore di contratti, permette al mercato italiano di raggiungere i controvalori record scambiati da inizio anno».

Numerose ricerche, però, collocano i risparmiatori italiani ancora a debito in tema di competenze finanziarie. A ciò va aggiunto che è raro che allo sportello bancario si proponga a un cliente di investire in un Etf, perlomeno come prima scelta. Come si spiega, allora, l'exploit degil Etf tra il retail? «In Italia, quando si parla di retail, bisogna però distinguere; da un lato ci sono le famiglie, che per accedere a questo tipo di prodotto avrebbero bisogno del supporto della consulenza indipendente, ancora non molto sviluppata in Italia - continua Bosoni -. Dall'altro c'è il gruppo dei trader online; si tratta di investitori evoluti e competenti che privilegiano strumenti finanziari efficienti, flessibili e poco costosi e sono loro nella maggior parte dei casi ad operare nel mercato degli Etf»

Un mercato che , come dimostra l'ultimo arrivato a Piazza Affari, si fa sempre più agguerrito e completo. Cosa c'è da aspettarsi nei prossimi mesi? «La tendenza europea sul mercato degli Etf è di andare verso un completamento dell'offerta, a coprire tutte le asset class . Pertanto credo che nei prossimi mesi la tendenza potrebbe andare verso il completamento della gamma sulla parte obbligazionaria che storicamente si è sviluppata in un secondo momento rispetto a quella azionaria. Inoltre sono convinta che verranno proposti Etf legati a nuovi interessanti temi di investimento, rendendo accessibili strategie e mercati ad oggi ancora difficilmente raggiungibili ». In ogni caso, il mercato «non è ancora saturo. Mi aspetto che la crescita a cui stiamo assistendo si mantenga tale per qualche anno».

I vantaggi degli Etf. Ma a cosa è dovuto l'exploit degli Etf? Piacciano perché sono trattati come azioni (e quindi in teoria a differenza dei fondi comuni di investimento nella maggior parte dei casi sono più liquidi), sono accessibili a tutti i risparmiatori (non è previsto un lotto minimo di investimento) e hanno costi relativamente accessibili (il Ter, total expense ratio, di un Etf a Piazza Affari oscilla dallo 0,15% annuo per un titolo obbligazionario allo 0,7% per quei prodotti sbilaciati sui paesi emergenti).

Gli svantaggi. Ma in molti casi questi prodotti finanziari sono più sofisticati di quanto possa sembrare. E poi ci sono Etf che non sono molto scambiati e presentano un problema di liquidità (può essere complicato trovare un compratore immediato per chi intende disinvestire). Tra i potenziali nei (che quindi è bene valutare prima di effettuare un acquisto) c'è anche quello del margine d'errore che questi strumenti possono rappresentare rispetto all'indice replicato. Ovvero: se ad esempio la Borsa della Thailandia ha gudagnato da inizio anno il 25%, il corrispettivo Etf dovrebbe essere cresciuto del 25 per cento. Se così non è vuol dire che qualcosa non funziona nel meccanismo della replica.

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