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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2010 alle ore 14:35.

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Il dirigente 58enne
Dirigente del settore industria, 58 anni. Reddito lordo annuo 60.000 euro.
Il dirigente ha 30 anni di anzianità e andrà in pensione nel 2017, a 65 anni. La pensione netta stimata sarà di 28.500 euro l'anno contro i 40mila euro di reddito netto ante pensione. Avendo iniziato il rapporto di lavoro prima del 28 aprile 1993, può decidere di destinare alla previdenza complementare solo il 50% del Tfr, cioè 22.770 euro di contributi.
L'opzione migliore per lui è un profilo di investimento prudente (80% obbligazionario e 20% azionario), con una stima di rendimento del 2,40% e una rendita di 947 euro al mese. Con il bilanciato, infatti, la rendita salirebbe a 955 e con uno aggressivo a 968: differenze così piccole da non giustificare i maggiori rischi su un orizzonte temporale così breve.

L'impiegata di banca
Impiegata nel settore bancario, 56 anni.
Reddito annuo lordo 40.000 euro. L'impiegata ha 30 anni di anzianità e si ritirerà dalla vita lavorativa a 62 anni, arrivando a percepire una pensione netta di vecchiaia di 19.960 euro l'anno, contro i 28.469 euro di reddito netto ante pensione. Ha deciso di destinare il 100% del Tfr alla pensione complementare, aggiungendovi un contributo iniziale annuo di 1.000 euro con adeguamento all'inflazione. Verserà così un totale contributi di 24.035 euro. Il profilo di investimento più conveniente per lei è quello prudente (80% obbligazionario e 20% azionario): tanto da poter generare una rendita netta annuale di 763 euro contro 769 euro ottenuti con il profilo bilanciato e 777 euro con quello aggressivo. L'orizzonte temporale relativamente breve sconsiglia scelte più aggressive.

Il dipendente comunale
Impiegato comunale, 50 anni. Reddito annuo lordo 38.000 euro.
L'impiegato ha 20 anni di anzianità. Oltre al Tfr, ha versato un contributo annuo iniziale di 600 euro per la pensione integrativa. A 67 anni avrà una pensione statale netta annua di 24.518 euro contro i 34.213 euro netti del suo ultimo stipendio annuo: una differenza di circa 10mila euro. Con un profilo d'investimento prudente (80% obbligazionario e 20% azionario) potrà puntare su una rendita netta annua di 2894 euro. Se invece sceglie una rendita reversibile a vantaggio della moglie, di 5 anni più giovane, potrà puntare su una rendita netta annua stimata di 1.916 euro, che può salire a 1.964 euro in caso di adesione a un comparto bilanciato (50% azionario 50% obbligazionario).

La docente 52enne
Insegnante, 52 anni, donna. Reddito annuo lordo 29.000 euro
A 65 anni, avrà una pensione pubblica di 19.113 euro netti l'anno, contro l'ultima remunerazione di 24.436 euro annui. Di qui al 2023, verserà contributi al fondo pensione pari a 36.301 euro, per poi alla fine optare per una rendita vitalizia immediata. Con un profilo d'investimento prudente (80% obbligazionario e 20% azionario) potrà contare su rendita annua di 1.658 euro, riducendo il suo gap previdenziale del 4,7%. Con un profilo bilanciato (40% azionario, 60% obbligazionario) la rendita è di 1.681 euro, con un tasso di sostituzione del 4,75 per cento. Con un profilo aggressivo (70% azionario, 30% obbligazionario), infine, la rendita salirebbe ai 1.718 euro.

L'agricoltore di mezza età
Imprenditore agricolo, 43 anni, uomo. Reddito annuo lordo 36.000 euro.
A 65 anni potrà avere una pensione netta di anzianità pari ad appena 7.602 euro netti l'anno, contro un reddito netto ante pensione di 35.300 euro.
Decide così di lavorare fino a 67 anni assicurandosi 8.214 euro di pensione pubblica e versando un contributo iniziale per la pensione integrativa di 10.000 euro, con un risparmio fiscale previsto di 1.483 euro. Si stima che la rendita netta possa salire così a 12.699 euro con un profilo prudente (80% obbligazionario e 20% azionario).
Con un contributo di 1.000 euro, la rendita sarebbe salita a 1.216 euro. Con un profilo bilanciato, invece, l'ipotesi di rendita è di 13.075 euro e con un profilo aggressivo (dove la componente azionaria è il 70%) la stima sale a 13.663 euro.

La dirigente 45enne
Dirigente del settore commercio, 45 anni, donna. Reddito annuo lordo 65.000 euro.
Potrà andare in pensione a 62 anni, ma conta di lavorare per un anno e mezzo in più. Avrà così una pensione netta annua di vecchiaia di 36.300 euro, contro un ultimo stipendio stimato di 52.500 euro netti l'anno.
Versando il 100% del Tfr, potrebbe contare su una rendita netta annuale oscillante tra 5.225 euro, con un portafoglio prudente (con l'80% di obbligazionario), gli 5.343 euro di un profilo bilanciato (con un il 60% di obbligazionario) e i 5.524 euro stimabili grazie a una scelta più aggressiva (70% di azionario).

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