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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 16:49.

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Si può vivere senza conto corrente? Ecco pro e controSi può vivere senza conto corrente? Ecco pro e contro

Si può vivere senza conto corrente nell'era della finanza globale? Se lo saranno senz'altro chiesto gli oltre 15mila cittadini europei che al momento hanno aderito alla provocazione dell'ex campione del Manchester United, Eric Cantona, di ritirare i soldi dal conto corrente il prossimo 7 dicembre (anniversario dell'attacco di Pearl Harbor quando nel 1941 forze navali giapponesi bombardarono una base statunitense nelle Hawaii). Proposta, pubblicizzata sul sito www.bankrun2010.com, che ha suscitato reazioni politiche contrarie.

Ma si può davvero vivere senza Rid, carta di credito, assegni, bonifici e compagnia bella? «La risposta è sì - spiega Elio Lannutti, presidente dell'associazione dei consumatori Adusbef -. Non vi sono leggi che obbligano ad avere un rapporto bancario, né questo è indispensabile. Per questo motivo abbiamo aderito all'iniziativa di Cantona che promuoviamo anche sul nostro sito. Per questo invitiamo anche i correntisti italiani a ritirare in segno di protesta contro il sistema bancario il 7 dicembre i propri risparmi dal conto. Certo, resta una provocazione, perché sarebbe in ogni caso inverosimile vivere in un mondo senza banche, ma è ideale per dare una lezione a banche e banchieri e spingerli a cambiare atteggiamento nei confronti dei clienti. Non dimentichiamo che oggi secondo la Commissione europea un conto corrente in Italia costa 295 euro all'anno».

È quindi possibile vivere senza un conto corrente. «Del resto in Italia - spiega Fabio Picciolini, segretario generale di Adiconsum - ci sono, comprendendo anche gli immigrati, 4 milioni di non bancarizzati. Cittadini che vivono di soli contanti e che, difatti, non hanno un conto corrente». Possibile sì, ma non certo facile. Proviamo a immaginare, operazione su operazione, pro e contro di una vita di soli contanti.

Domiciliazione utenze, si ritorna a fare la fila
Una delle operazioni più diffuse tra i correntisti è la domiciliazione delle utenze. Bollette di luce, gas, telefono. Ebbene, chi sceglie di lasciare i soldi sotto il materasso (un po' come Peppino in Totò Peppino e la Malafemmina), deve mettere in preventivo un po' di code in posta per pagare i contanti i collettini.

Carta di credito sì, ma revolving
Un conto corrente non è indispensabile nemmeno per ottenere una carta di credito. A patto che si tratti di una carta di credito revolving. Di cosa si tratta? Una carta revolving si differenzia dalle comuni carte di credito a saldo (quelle concesse dalle banche ai clienti, dopo aver valutato le disponibilità finanziarie e la solvibilità su un determinato plafond, in cui le somme spese vengono addebitate in un'unica soluzione sul conto solitamente entro il 15esimo giorno del mese successivo). Con le revolving, invece, le somme spese vengono rimborsate a rate. Ma occhio, perché si pagano tasse di interesse che possono superare anche il 20 per cento.

Carte prepagate ok
Per avere in portafoglio una carta prepagata non è indispensabile essere titolare di un conto corrente. Le carte prepagate, infatti, funzionano in questo modo: il cliente versa presso l'intermediario (non nessariamente bancario) via dei contanti e utilizza la carta magnetica per effettuare i pagamenti nei Pos (Point of sale) e circuiti abilitati. In questo caso il cliente non riceve un credito (non può infatti pagare per somme che eccedono le disponibilità versate sulla carta) e quindi non è necessaria una valutazione sulla sua solvibilità, tipica invece nel meccanismo alla base del funzionamento delle carte di credito a saldo.

In merito alle carte prepagate, va anche detto che il mercato è in costante evoluzione. Tanto che oggi vi sono prepagate che permettono di "caricare" plafond anche oltre 10mila euro, di accreditare lo stipendio e compiere altre operazioni tipiche di un conto corrente bancario. Non a caso, queste carte (offerte oggi anche dai più grandi istituti di credito itailani) sono state ribattezzate carte-conto.

Una vita senza bancomat
Rinunciare al conto corrente significa vivere senza carta di debito, o bancomat. In alternativa, bisognerebbe optare per una carta prepagata (si veda il paragrafo in alto).

Addio al libretto degli assegni...
Chi non ha un conto corrente può dire addio al libretto degli assegni.

...al mutuo...
Non avere un conto corrente rende praticamente impossibile, oggi, poter stipulare un mutuo il cui piano di ammortamento poggia su un conto corrente.

...e ai conti di deposito
Senza un conto corrente d'appoggio non è possibile aprire un conto di deposito, salvadanai che rivalutano i depositi con tassi di interesse mediamente più alti rispetto a quelli pagati dai conti correnti tradizionali.

E quindi? «Fatto le dovute somme vivere senza un conto corrente è oggi tecnicamente possibile - spiega Picciolini di Adiconsum -. Ma sarebbe scomodo. Sarebbe come tornare indietro di tanti anni. Un mondo senza banche è oggi impossibile. Per questo motivo la nostra associazione non promuove l'iniziativa di Cantona. Contro le banche, che sono troppo care e in molti casi approfittano dell'asimmetria informativa tra sportellista e cliente, siamo pronti a guidare anche 1.001 battaglie. Ma quella di far ritirare i soldi dal conto no. Anche perché una corsa allo sportello sarebbe pericolosa sul fronte della sicurezza».

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