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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2010 alle ore 18:30.

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All'Ecofin di martedì il raddoppio del fondo salva-stati che vuole la Bce (ma non la Germania)All'Ecofin di martedì il raddoppio del fondo salva-stati che vuole la Bce (ma non la Germania)

La situazione sui mercati dopo la fragile tregua seguita venerdì al messaggio tranquillizzante da parte della Bce; le prospettive di un nuovo intervento, dopo quello per l'Irlanda, anche per il Portogallo, da tempo nel mirino della speculazione come prossima vittima designata; un confronto, che si annuncia piuttosto teso, sulla proposta di aumentare "in modo sostanziale" l'ammontare del fondo di stabilizzazione Ue-Fmi a partire dal 2013: al di là dell'agenda ufficiale, sono questi i punti principali nell'agenda dei ministri dell'Eurogruppo e dell'Ecofin che si riuniranno a Bruxelles, rispettivamente, lunedì pomeriggio e martedì.

Secondo quanto si apprende da fonti comunitarie l'appuntamento servirà a valutare i possibili ulteriori passi necessari per garantire maggiore stabilità oltre il breve termine: dall'eventuale potenziamento del fondo salva-stati ai nuovi stress test sulle banche europee previsti per l'inizio del 2011; l'Ecofin dovrebbe inoltre dare anche il via libera al prolungamento per tutto il 2011 del regime speciale sugli aiuti di Stato alle banche, deciso dalla Commissione Ue. L'ordine del giorno ufficiale dei ministri finanziari - per l'Italia è prevista la partecipazione del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti - prevede soprattutto due punti: l'adozione formale del piano di aiuti all'Irlanda e la preparazione del Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo del 16 e 17 dicembre (che dovrebbe avere già sul tavolo la proposta della Commissione per il nuovo meccanismo permanente di stabilizzazione finanziaria dei paesi dell'Eurozona attaccati dalla speculazione)

Continuerà anche il dibattito sul rafforzamento del Patto di stabilità e della "governance" economica dell'Unione monetaria. L'Italia e gli altri paesi con un alto debito pubblico continueranno con tutta probabilità a far resistenza contro la proposta della Commissione di fissare un ritmo di riduzione a tappe forzate per i debiti oltre la barra di Maastricht del 60% rispetto al Pil (si vorrebbe imporre una diminuzione di un ventesimo dello "sformento" annuo) e contro il carattere di "semiautomaticità" proposto per le sanzioni ai paesi non in regola con il nuovo Patto si stabilità.

Il dibattito sull'aumento dei fondi a disposizione del composito meccanismo Ue-Eurozona-Fmi per la stabilizzazione dei paesi a rischio di "default" è stato lanciato esplicitamente nelle ultime ore soprattutto dal ministro delle Finanze belga e presidente di turno dell'Ecofin, Didier Reynders, dopo che lo scorso 4 dicembre vi aveva fatto un riferimento implicito, il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, affermando sostanzialmente che «la Bce non può fare tutto da sola» per calmare i mercati e che «tocca ai governi assumersi le loro responsabilità» facendo «in modo quantitativo e qualitativo» tutto quello che è necessario in questa situazione di «elevata incertezza». I governi, ha detto Trichet, «devono andare il più in là possibile e essere il più efficaci possibile». In termini di fondo salva-Stati e di governance economica, anche con una «quasi-armonizzazione» dei budget.

Le prime reazioni di parte tedesca sono state negative. I portavoce della cancelliera Angela Merkel ha ribadito che «una politica fiscale comune non si profila all`orizzonte e non è desiderata». Più possibile è forse un`adesione di Berlino a un futuro allargamento del fondo Efsf, anche perché è stato il capo della Bundesbank, Axel Weber, a lanciare l`idea di un raddoppio del fondo «se necessario».

Favorevole a raddoppiare il fondo a partire dal 2013 (quando il meccanismo sarà reso permanente) e a procedere anche subito al suo aumento con l'attuale dispositivo predisposto nel maggio scorso (subito dopo l'intervento a favore della Grecia) si è detto Reynders: «Dobbiamo aumentare l'ammontare previsto dal meccanismo permanente che nascerà nel 2013», perché «se non lo faremo, avremo sempre la speculazione», ha detto il presidente di turno dell'Ecofin. E ha aggiunto: «Se decidiamo di farlo nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, perché non applicare la decisione immediatamente, al meccanismo attuale?». Secondo quanto riporta oggi la Reuters, sarebbe favorevole all'aumento anche il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn (che sarà presente a Brusxelles per la finalizzazione degli aiuti all'Irlanda).

Il Fondo di stabilizzazione dell'Eurozona (Efsf) può contare attualmente su 440 miliardi di euro sottoforma di garanzie di prestiti. Altri 60 miliardi di euro, sotto forma di prestiti, sono previsti dal Meccanismo di stabilizzazione finanziato dal bilancio comunitario e gestito dalla Commissione europea. Il quadro è completato dai 250 milioni di euro messi a disposizione dal Fondo monetario internazionale, secondo i suoi tradizionali programmi di assistenza finanziaria "condizionata" ai paesi in crisi di liquidità.

Stasera cena vertici Ue- Eurogruppo

Il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, il presidente "permanente" del Consiglio europeo, Erman Van Rompuy, il presidente dell'Eurogruppo, Claude Juncker ed il ministro belga della Finanze e presidente di turno dell'Ecofin, Didier Reynders, parteciperanno questa sera a Bruxelles ad una cena informale per preparare la sequenza di riunioni dei ministri delle Finanze dell'Eurozona e della Ue e il vertice dei capi di Stato e di governo dei ventisette del 16 e 17 dicembre, sempre nella capitale belga.

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