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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2010 alle ore 16:59.
Una cosa sta particolarmente a cuore a Dmitrij Medvedev: la modernizzazione del suo paese. Il presidente russo è in partenza per Bruxelles con la speranza che il vertice di domani con i leader europei compia finalmente qualche passo concreto: che avvicini quell'accordo di partnership con l'Unione europea che Medvedev vorrebbe realizzare perché governi, istituzioni comunitarie e imprese mettano alta tecnologia e innovazione al servizio del suo grande obiettivo.
Una meta non da poco, che a ognuna di queste scadenze – russi ed europei s'incontrano due volte all'anno – si scontra con problemi più immediati: le rivelazioni di Wikileaks, in questa tornata, con le loro ombre sul governo russo, sui rapporti diplomatici tra i partner, sul dossier energia già di per sé infiammato dal duro attacco di Vladimir Putin, in Germania, alla liberalizzazione del mercato. Il rischio è che le ombre si allunghino sul rapporto della Russia con gli Usa e la Nato, nel momento delicato in cui si discute la ratifica dei trattati sul disarmo e la costruzione di un sistema di sicurezza anti-missile.
L'altro grande obiettivo, per la Russia, è l'adesione alla Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, che Mosca attende dal 1993, unica grande economia ormai a esserne esclusa. Anche questo è un traguardo che si ostina a sfuggire di mano e per accelerare i tempi il Cremlino ha messo le mani avanti con gli europei: «Ci aspettiamo che Bruxelles appoggi formalmente l'adesione della Russia prima del summit bilaterale di martedì», ha fatto sapere Vladimir Chizhov, ambasciatore di Mosca presso la Ue. Perché l'intesa con l'Europa è una delle ultime barriere rimaste ai russi prima del traguardo finale, che si augurano di tagliare nel 2011: «Si tratta di firmare il memorandum (con gli europei, ndr) non al summit, ma prima», ha chiarito Chizhov.
Tra Russia ed Europa i dossier ancora aperti riguardano i dazi imposti sull'export di legname russo e i diritti di sorvolo della Siberia. Tariffe che le compagnie aeree europee devono pagare ad Aeroflot e che la Commissione europea ha calcolato in 420 milioni di dollari per il 2008. Tariffe discriminatorie, rivolte solo agli europei. Ma questo – assicurano i russi – è un problema che scomparirà una volta che Mosca sarà entrata nella Wto. Il rapporto tra Ue e Russia, specie nel campo dell'aviazione, «è uno spreco di opportunità», diceva nei giorni scorsi il commissario europeo ai Trasporti, Siim Kallas.