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Questo articolo è stato pubblicato il 01 gennaio 2011 alle ore 16:38.
Nel 2011 il rendimento del portafoglio verrà dalle azioni, secondo i gestori, che privilegiano il mercato Usa e quelli emergenti. Dalle obbligazioni che piacciono tanto ai risparmiatori italiani e che hanno già corso molto, ci si aspetta un contributo minore e devono principalmente contenere il rischio.
Qual è l'allocazione delle attività finanziarie che suggerite per il prossimo anno?
Albertini. Per un portafoglio a medio rischio indichiamo il 45% di obbligazioni e liquidità (con titoli di breve/media durata, a tasso fisso e variabile e legati all'inflazione), il 40% di azioni e il 15% di fondi hedge con strategie commodity e market neutral. Anche noi siamo propensi ad azioni cicliche per cavalcare la crescita, soprattutto quella americana. In Europa scegliamo Daimler, Rheinmetall, Basf; Richmond nel lusso e la spagnola Ebro Foods, produttore di riso. Tra le banche Deutsche Bank. Autogrill è l'unica azione italiana.
Beani. I mercati azionari possono offrire sorprese positive, con crescite stimate del 13-14% nei Paesi sviluppati e maggiori in quelli emergenti, che hanno già scontato in parte la debole congiuntura. Consigliamo, quindi, settori ciclici, legati alla ripresa. Per esempio, le azioni dei grandi gruppi europei esposti allo sviluppo dei Paesi emergenti. Tra i finanziari preferiamo gli americani più colpiti dalla crisi, avvantaggiati anche da modesti rialzi delle aspettative. Qualche nome? Negli Usa Mbia e Bank of America e il costruttore Kb Home. In Europa i petroliferi come Repsol, l'italiana Tenaris e la catena distributiva Metro, trainata dai consumi in Germania. Nella componente obbligazionaria diamo più peso alle obbligazioni corporate, a quelle high yield e dei Paesi emergenti, sebbene gli spread siano scesi. Infatti, il rendimento dei governativi tedeschi e Usa potrebbe salire (e i prezzi scendere, ndr) e i titoli di stato periferici area euro non ripagano il rischio.
D'Onofrio. Sulla premessa che il 2011 sarà un anno difficile per i titoli governativi, visto che comunque i risparmatori non riescono a farne a meno, indichiamo un portafoglio al 50% azionario, al 40% obbligazionario, al 5% investito in oro, al 5% in materie prime, soprattutto petrolio; per la metà delle obbligazioni, da cui i risparmiatori non riescono a prescindere, suggeriamo titoli di stato, in particolare Btp, che riteniamo a più basso rischio; non treasury americani o bund. Poi obbligazioni emergenti in valuta locale, per sfruttare il rendimento della divisa. Per le azioni, invece, come l'anno scorso preferiamo gli Stati Uniti, con titoli legati alla crescita domestica e dei Paesi emergenti (Citibank, Apple, Occidental Petroleum); e aggiungiamo i nuovi mercati emergenti asiatici. In Europa, prevediamo solo Germania; l'Italia è rappresentata solo da Terna, molto difensiva, e la Spagna da Santander e Telefonica.
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