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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2011 alle ore 20:30.

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Per Fitch le banche europee sono in salute ma sul rating restano determinanti gli aiuti stataliPer Fitch le banche europee sono in salute ma sul rating restano determinanti gli aiuti statali

Il peso della finanza pubblica nelle banche europee continua ad essere consistente. E questo nonostante il settore goda di salute migliore rispetto a due anni fa, quando una fetta consistente dei governi (con l'eccezione italiana) dovettero intervenire in salvataggio dei maggiori istituti di credito, travolti dall'effetto domino innescato dal crack della banca americana Lehman Brothers.

Dalla presentazione dell'European credit outlook dell'agenzia di rating Fitch è emerso che, se i governi dovessero ridurre il proprio supporto, un quarto delle banche europee rischierebbe il taglio del rating. Fitch parlano di mercato Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) ma si riferiscono soprattutto all'Europa, il cui settore creditizio è decisamente più consistente.

Al netto degli aiuti statali, calcola Fitch, il merito di credito di nove banche dovrebbe ridursi addirittura di otto gradi. Per esempio: dalla tripla A (massimo livello di sicurezza) alla tripla B (qualità medio bassa). Sono invece sette le banche in cui il peso del pubblico vale sette gradini di rating. Cinque istituti si vedrebbero tagliare il merito di credito di sei punti. Dieci, senza aiuto statale, avrebbero il merito di credito ridotto di cinque gradi e così via.

Fitch non fa i nomi ma precisa che tra queste non ci sono banche italiane. Come ricordato, nessun istituto di credito ha avuto bisogno di essere salvato e non ci sono state, ad eccezione dei "Tremonti bond", forme di sostegno pubblico diretto al settore creditizio. È logico pensare che, tra le più dipendenti dagli aiuti, ci siano quelle dei paesi più a rischio. In particolare l'Irlanda (costretta a nazionalizzare le banche travolte dalla crisi e dalla bolla immobiliare) e la Spagna (che ha recentemente varato un piano per le "cajas"). Quest'elenco comprende poi paesi non periferici come la Gran Bretagna, che ha salvato Rbs e Lloyds e nazionalizzato Northern Rock.

Questa situazione - precisa Fitch - è controbilanciata dal sensibile miglioramento dei fondamentali del settore. Nel complesso infatti, l'outlook dell'agenzia di rating britannica sul settore bancario è stabile per il 2011. Almeno questo è l'orientamento per la maggioranza (155) dei 227 istituti di credito censiti. La prospettiva è quella di una stabilizzazione della redditività, di un miglioramento della posizione finanziaria netta e dei coefficenti di patrimonializzazione. Questi ultimi sono sensibilmente migliorati anche sulla scia degli sforzi condotti da diverse banche per mettersi in linea in vista dei nuovi vincoli di Basilea 3.

Resta il problema del debito in scadenza per le banche dell'Europa occidentale che toccherà quest'anno quota 600 miliardi di euro. Secondo Fitch l'impatto di questa situazione, effetto della crisi, si farà sentire sui costi di rifinanziamento che reteranno alti per il resto dell'anno.

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