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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2011 alle ore 07:28.

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Eurozona sotto stress, gli spread tornano ad allargarsi. Asta greca ok ma con importo modesto (Corbis)Eurozona sotto stress, gli spread tornano ad allargarsi. Asta greca ok ma con importo modesto (Corbis)

Le numerose aste in calendario in Eurolandia, e il concambio del Tesoro italiano, hanno confermato ieri che la raccolta di fondi per tutti gli stati dell'eurozona periferica è ora a buon mercato rispetto a qualche settimana fa, i rendimenti sono limati rispetto ai picchi d'inizio anno. Ma intanto sul mercato secondario, il differenziale tra i titoli di stato periferici e quelli tedeschi ha ripreso ad allargarsi, facendo emergere l'insofferenza degli investitori che speravano in un'accelerazione delle soluzioni a Bruxelles sulla crisi del debito sovrano europeo. I tempi del raggiungimento di un accordo a 27 e a 17 sul "patto di competitività", sui compiti e sulle dimensioni del veicolo salva-stati Efsf sono invece rallentati, dopo l'incontro dei capi di stato dello scorso venerdì.

Così dall'euforia che ha fatto stringere a passo da gigante gli spread, questa settimana è ritornato a farsi sentire il cinico malumore dei trader. Ieri il gap tra i titoli di stato italiani, spagnoli e portoghesi decennali rispetto ai Bund è risalito portandosi rispettivamente a quota 1,50%, 2,07% e 399 per cento.

Sul primario, tuttavia, le aste sono andate complessivamente bene, alcune meglio di altre. La Grecia era attesissima con i suoi T-bill a 26 settimane, anche se l' importo è talmente contenuto da rendere l'operazione poco indicativa: ne erano programmati 300 milioni, l'operazione si è chiusa a 390 milioni. Atene si è finanziata a un rendimento medio del 4,64%, in calo rispetto al 4,9% dell'asta di gennaio e persino più basso del 4,82% registrato nell'asta dello scorso novembre. Il mercato ha tuttavia notato un rapporto tra domanda e offerta, ieri, lievemente peggiorato rispetto alle operazioni precedenti.

Il Tesoro ha portato a buon fine una complessa operazione di concambio, mirata a rastrellare dal mercato titoli illiquidi, ad alleggerire le quantità dei BTp in scadenza l'anno prossimo e ad offrire una durata particolarmente richiesta dagli investitori. L'operazione ha consentito al Mef di scambiare 2,17 miliardi di BTp scadenza febbraio 2018 con una serie di vecchie emissioni: 500 milioni del BTp febbraio 2012, 400 milioni del BTp marzo 2012, 200 milioni del BTp aprile 2012, 450 milioni del BTp giugno 2013 e 560 milioni del CcT marzo 2012. In tutto, come ha notato Chiara Cremonesi di Unicredit, l'ammontare totale riacquistato sulla scadenza 2012 è stato di 1,7 miliardi circa: «il primo, significativo passo del Tesoro per livellare il profilo dei titoli in scadenza nel 2012 e nel 2013». L'Olanda ha collocato un bond 2042 per 1,7 miliardi, molto richiesto dal mercato al 3,74 per cento. E il Belgio ha venduto tramite sindacato un floater (cedola variabile) a cinque anni per 3 miliardi.

isabella.bufacchi@ilsole24ore.com

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