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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2011 alle ore 08:25.

Dopo aver pesantemente affossato la Borsa giapponese (-6,2 per cento per il Nikkei, peggior seduta dal 2008) il violento terremoto che ha colpito il paese del sol levante fa sentire i suoi effetti anche sui listini europei. Sono in particolare i settore delle utilities (-2,09%) e delle assicurazioni (-2,06%) i più bersagliati dalle vendite. Alla luce dell'emergenza nucleare (due esplosioni nella centrale di Fukushima 1), il governo tedesco ha infatti annunciato la chiusura di due impianti e sospeso per tre mesi la decisione del previsto prolungamento della vita di altri 17 reattori.
La chiusura degli indici in Europa
La notizia ha impatto sulle piazze di Francoforte e Parigi dove sono quotati i maggiori operatori del settore. Il DAX 30 tedesco cede l'1,65% mentre il CAC 40 perde l'1,29 per cento. Contengono le perdite le altre piazze del Vecchio Continente. Il Ftse100 di Londra chiude in ribasso dello 0,92 per cento, mentre FTSE IT All Share e FTSE MIB di Piazza Affari perdono lo 0,36% e lo 0,27 per cento. Nel settore energetico la francese Edf cede il 5,13% mentre le tedesche EOn e Rwe lasciano sul parterre rispettivamente il 5,9 e il 5,1 per cento. A Piazza Affari le vendite colpiscono Eni (-1,95%), Enel (-1,69%) e Terna (-1,25%) mentre guadagna Enel Green Power. Una eventuale disinvestimento nel nucleare avvantaggerebbe inevitabilmente il comparto delle energie rinnovabili.
In calo Wall Street
Chiude in rosso, pur riducendo le perdite di giornata, anche Wall Street: il Dow Jones cede lo 0,43%, il Nasdaq lo 0,54%, mentre l'S&P500 arretra dell'1,29 per cento. Anche qui vengono punite le utility e le società che possono essere ricollegate ai siti delle centrali nucleri danneggiati dal terremoto. General Electric, per esempio, chiude in calo del 2,16 per cento. Il gruppo ha disegnato un reattore dell'impianto di Fukushima. Peraltro, GE ha comunicato che sta offrendo l'assistenza tecnica al Giappone e al suo partner Hitachi nella battaglia per prevenire un meltdown nucleare.
L'andamento a Milano
Piazza Affari contiene le perdite grazie banche che beneficiano delle minori tensioni sul debito sovrano: la riunione del Consiglio europeo dell'11 marzoha portato a risultati più importanti rispetto a ciò che gli investitori si aspettavano. Certo, come scrive Intesa Sanpaolo «le novità annunciate non rappresantano in alcun modo una svolta cruciale per la crisi». Tuttavia, le misure che direttamente incidono sul problema dell'Euro non mancano: in primis, l'estensione della durata del prestito alla Grecia (allungata a 7,5 anni) e la riduzione di 100 basis point dei tassi applicati ai prestiti in favore di Atene. «Ciò rende il programma - dice Intesa - un po' più credibile, anche se non toglie i dubbi circa la copertura del fabbisogno finanziario nel 2012»; poi, la capacità d'erogazione del Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria (Fesf) che è stata portata a 440 miliardi; infine, il fatto che il Fesf sarà autorizzato a acquistare titoli di stato sul mercato primario.
Acquisti sulle banche
Così, in un simile contesto, Unicredit (+3,84%), Banco Popolare (+1,88%), Intesa Sanpaolo (+1,63%), Ubi Banca (+1,64%), Mediobanca (+0,4%) e Banca Mps (+1,51%) crescono. Gli operatori, evidentemente, consapevoli dell'esposizione degli istituti finanziari ai debiti degli stati scommettono, su minori problemi per gli istituti finanziari. Jp Morgan, in un report pubblicato proprio oggi, ha alzato il giudizio sul settore da "Neutral" a "OverWeight". La banca americana, oltre a indicare l'aspetto di una minore tensione sul debito pubblico in seguito alle scelte in ambito Ue, focalizza l'attenzione su due aspetti: il primo sono i segnali della ripresa del credito; il secondo è la valutazione (il comparto è scambiato a un multiplo P/b di 0,66) a sconto dei titoli in considerazione.
In calo lusso energia e Telecom
Le vendite che hanno inciso su quei settori che più potrebbero risentire le conseguenze del sisma, dal lusso, per cui il Giappone è un mercato importante, all'energia, per le perplessità sulla costruzione delle centrali nucleari, alle assicurazioni. Giù anche Telecom Italia. Ma in questo caso il Giappone c'entra poco. A spingere le vendite è infatti la notizia che due top manager della società (Luca Luciani, sul punto di diventare nuovo direttore generale di Telecom Italia, e Riccardo Ruggiero, ex amministratore delegato del gruppo) sono indagati dalla Procura di Milano per truffa ai danni dello Stato nell'ambito dell'inchiesta sulle sim false.
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