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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2011 alle ore 16:26.

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Per il Financial Times, Parmalat non è un "campione nazionale". Gli italiani sono fieri della loro gastronomia, ma "questo non significa che le aziende alimentari del paese debbano avere una protezione speciale contro i takeover". Così scrive oggi il quotidiano britannico in un commento della "Lex Column", criticando gli sforzi di Roma per trovare una "soluzione industriale italiana": "Gli azionisti devono sperare che questo sforzo fallisca".

Dopo le mosse con cui il gruppo francese Lactalis è arrivato al 29% di Parmalat, il Ft sostiene che "se l'accordo con i francesi dovesse passare l'esame degli enti di sorveglianza, il destino di Parmalat dovrebbe essere lasciato al mercato". Secondo il quotidiano britannico, non si può considerare Parmalat un "campione nazionale": i suoi prodotti non sono proprio artigianali e il marchio è stato gravemente danneggiato quando l'Italia è stata al centro della "più grande frode della storia aziendale europea". Pur rendendo merito all'ad Enrico Bondi per avere saputo riposizionare Parmalat come "oggetto di desiderio internazionale", il quotidiano lo rimprovera di avere "passato troppo tempo a inseguire le banche d'investimento che egli ritiene parzialmente responsabili della frode" e non abbastanza a occuparsi di latte.

Il tentativo dell'Italia di "arginare i takeover stranieri" è l'apertura del Financial Times in prima pagina. Il Ft parla di "reazione populista contro le acquisizioni da parte di gruppi francesi", dopo che il gioielliere Bulgari, il gruppo energetico Edison e il gruppo agroalimentare Parmalat sono stati parzialmente o totalmente rilevati dai francesi. È il "potente" ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ad avere guidato gli sforzi per proteggere i settori considerati strategici per il paese, prosegue il Ft. L'iniziativa del governo è una risposta diretta a quella che viene percepita come "una mancanza di reciprocità da parte francese" nei confronti dei gruppi italiani che vogliono investire in Francia. Secondo i critici, invece, la mossa del governo italiano indica il "fallimento" dell'esecutivo "nell'attuare una politica industriale efficace". Il fatto che l'Italia non abbia una politica industriale è "una tragedia", ha detto al Financial Times Luca Cordero di Montezemolo, che ha messo in guardia contro una reazione protezionistica, che danneggerebbe gli interessi del paese, vista la sua forte dipendenza dalle esportazioni.

Tra i media d'Oltralpe, Les Echos ("Il piano di Lactalis per impossessarsi di Parmalat") sottolinea che il gruppo francese, "già leader del mercato italiano" è pronto a prendere le redini di Parmalat in aprile, se gli azionisti voteranno per i nove candidati che il gruppo francese proporrà al Cda. Tra questi ci sono il numero due e il numero tre di Lactalis, oltre al suo direttore finanziario. Les Echos racconta il "colpo di scena": "Prima che gli italiani abbiano avuto il tempo di girarsi", il 15,3% di Parmalat è passato a Lactalis ed Emmanuel Besnier si ritrova con il 29% del gruppo italiano. Al di là di questa soglia (al 30%) dovrebbe lanciare un'Opa. "Un investimento che non intende realizzare nell'immediato, tanto più che le recenti acquisizioni francesi nell'industria italiana sono vissute da Roma come attacchi al suo patrimonio economico". Insomma, titola ancora Les Echos, Lactalis vuole prendere le redini di Parmalat senza lanciare Opa.

"Lactalis prosegue la scalata nel capitale di Parmalat" titola La Tribune sulla copertina del suo sito web, "nonostante la levata di scudi in Italia". Le Figaro mette in evidenza le manovre degli investitori italiani: "Ferrero sempre interessato a rilevare Parmalat". Per sbarrare la strada a Lactalis, il governo italiano si è detto "molto favorevole" a un'alleanza tra investitori nazionali. L'assemblea generale degli azionisti di Parmalat del 12 aprile si annuncia "tesa". Nel frattempo, riferisce Le Figaro, l'ambasciatore francese Jean-Marc de la Sablière è stato ricevuto da Tremonti e Gianni Letta per essere informato della posizione del governo di Roma che vorrebbe "regole di reciprocità". Negli Stati Uniti, il Wall Street Journal mette in evidenza lo scontro franco-italiano su Parmalat. "Otto anni dopo il suo clamoroso fallimento – scrive il Wsj – una rivitalizzata Parmalat emerge al centro di uno scontro franco-italiano", con Roma che si affanna per proteggere le aziende nazionali strategiche da takeover stranieri.

Il Wsj ricorda che Parmalat è stata completamente ristrutturata dopo il fallimento seguito al "più grande scandalo finanziario d'Europa", ripercorre la scalata da parte di Lactalis e le reazioni italiane. "L'Italia è particolarmente sensibile alle avanzate francesi", sottolinea il quotidiano Usa. Al di là delle iniziative governative, prosegue, "Intesa Sanpaolo ha fatto sapere di essere pronta a unire le sue forze con ogni italiano che voglia assicurare il futuro di Parmalat come azienda italiana". La rivale Granarolo ha indicato che potrebbe essere interessata. E anche Ferrero ha dichiarato di essere interessata a partecipare a un piano industriale a lungo termine per Parmalat.

In un commento sul blog "The Source", il Wsj fa notare i vantaggi finanziari nello scorporo delle attività italiane di Parmalat, che secondo il quotidiano potrebbero essere vendute a Granarolo o ad altri investitori locali, e le attività internazionali, che potrebbero andare a Lactalis, consentendo al gruppo francese di espandersi in America latina, Canada e Australia, dove attualmente è meno sviluppato di Parmalat.

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