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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2011 alle ore 07:39.

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Si contano sulle dita di due mani i grandi gruppi italiani, diceva Alessandro Profumo, allora amministratore delegato UniCredit, il 2 marzo 2010. Menzionava le due grandi banche, un gruppo assicurativo, le Generali, Fiat, Eni, Enel, Finmeccanica «e poi Telecom che purtroppo non lo è più».

Profumo è stato poi sbalzato di sella, il 21 settembre, dopo lo scontro con le fondazioni bancarie per l'avanzata dei soci libici. Franco Bernabé, amministratore delegato di Telecom Italia, è stato invece proposto per un altro triennio come presidente operativo.
Le parole di Profumo tornano in mente alla vigilia delle nomine nei grandi gruppi pubblici, dall'Eni all'Enel, da Finmeccanica a Terna, quotate, a Poste Italiane. Secondo Mediobanca, Eni ed Enel sono al primo e secondo posto per fatturato 2009 tra i gruppi italiani. Finmeccanica è quinta, le Poste ottave. Terna è 102ma.

Profumo verrà candidato al cda Eni nella lista dei fondi di Assogestioni. Dunque non per un incarico operativo. Il suo nome era balenato anche come candidato alla presidenza Eni gradito al ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che incarna i poteri del Tesoro azionista in queste società (con il 30% circa diretto o attraverso Cassa depositi e prestiti, il 100% nelle Poste). C'è una serrata dialettica con Gianni Letta a Palazzo Chigi. Senza trascurare la variabile giudiziaria, per le indagini intorno a Finmeccanica a quella sulla P4, estesa ad altri gruppi pubblici.

Tutti i manager in scadenza hanno avuto l'investitura dal governo Berlusconi. All'ultimo rinnovo, nel 2008, Silvio Berlusconi si era reinsediato da poco a Palazzo Chigi quando sono stati confermati per il secondo triennio Paolo Scaroni alla guida dell'Eni e Fulvio Conti all'Enel. Pier Francesco Guarguaglini e Massimo Sarmi erano da sei anni sulla tolda di Finmeccanica e Poste, come i presidenti dell'Eni Roberto Poli e dell'Enel Piero Gnudi. Flavio Cattaneo guida Terna dal 2 novembre 2005, con il presidente Luigi Roth.

È insistente la voce di una conferma di molte posizioni. Ma la suspence aumenta. Il Tesoro deve ufficializzare le liste dei candidati entro il 4 aprile per Eni, Enel e Finmeccanica. Per Terna c'è tempo fino al 16 aprile. Tempi più lunghi per Poste.

Qualche cambiamento sembra inevitabile. La Lega preme per avere posti. Un candidato è Danilo Broggi, 51 anni, amministratore delegato di Consip, la società per gli acquisti centralizzati dello Stato, dal vertice in scadenza. La Lega lo vorrebbe alle Poste, dove Tremonti è a suo agio con Sarmi, arrivato nel 2002 come finiano. Alle Poste dovrebbe cambiare il presidente, Giovanni Ialongo.

L'altra spinta viene dallo sdoppiamento del ruolo di Guarguaglini, presidente e a.d. di Finmeccanica. Nato nel 1937, Guarguaglini potrebbe rimanere presidente, forse con deleghe sulle strategie, sostenuto da Letta. Ci sono tuttavia appetiti anche sulla presidenza: Massimo Ponzellini (anche per Poste) appoggiato dalla Lega, Gianni De Gennaro, Gianni Castellaneta.

Guarguaglini è stato protagonista dello shopping che dal 2002 ha fatto crescere Finmeccanica, fino all'acquisto negli Usa nel 2008 per 3,5 miliardi di euro di Drs (la voleva anche Thales). Un punto di debolezza è la crescita del debito e un'insufficiente redditività, nel giudizio degli investitori. Dall'insediamento di Guarguaglini, il 24 aprile 2002, a oggi il titolo ha dimezzato il valore.

Dal primo aprile 2008, eccetto Terna che è salita del 20,7%, è negativo l'andamento in borsa delle altre tre quotate sotto nomina: -55% Finmeccanica, -30% Enel, -22% Eni. L'indice Ftse Mib ha perso il 33,7 per cento.

Finmeccanica ha pagato di più la crisi. È più difficile fare buoni risultati con un'attività industriale nella difesa che staccare bollette dell'elettricità o del gas o guadagnare con il petrolio. C'è tuttavia la sensazione che la gestione di Finmeccanica richieda una messa a punto.

Il candidato di punta come amministratore delegato è Giuseppe Orsi, a.d. di AgustaWestland, l'azienda del gruppo con i migliori risultati, appoggiato dalla Lega. Candidati anche il direttore generale Giorgio Zappa e Giuseppe Zampini, che ha fatto bene all'Ansaldo Energia, l'uomo su cui punta di più Guarguaglini. E c'è il condirettore generale, Alessandro Pansa, ben visto dal direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli.
Flavio Cattaneo smentisce chiunque lo indichi come interessato a Finmeccanica o all'Enel. Luigi Roth, presidente di Terna in quota alle fondazioni, gentiluomo del Papa, potrebbe aspirare a una presidenza da Finmeccanica all'energia.

Il più solido pare Conti all'Enel. Neanche Scaroni sembra rischiare, pur non avendo il pieno gradimento di Tremonti. Anche Eni ed Enel devono misurarsi con la crescita dei debiti e migliorare in redditività. L'azionista di riferimento Eni non è più il Tesoro ma, con il 26,4%, la controllata Cdp, nella quale 66 fondazioni bancarie hanno il 30%: poiché queste esprimono sia il presidente di Cdp sia di Terna dove hanno il 29,99%, potrebbero chiedere il tris all'Eni.
Poli, classe 1938 come Gnudi, ha la fiducia di Berlusconi, è nei cda Fininvest e Mondadori. Gnudi vede una folla di candidati alla presidenza Enel: la Lega potrebbe puntare sull'ex sindaco di Busto Arsizio, Gianfranco Tosi, ma circolano anche nomi di politici, ultimo il viceministro Roberto Castelli. E Letta potrebbe far decollare il commissario Alitalia, Augusto Fantozzi, verso la presidenza di Enel o Enel Green Power.

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