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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2011 alle ore 08:41.

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Le Borse guardano all'occupazione americana. Tokyo chiude in leggera flessioneLe Borse guardano all'occupazione americana. Tokyo chiude in leggera flessione

Chiusura di seduta in deciso rialzo per le Borse europee. Al termine degli scambi il CAC 40 di Parigi segna un progresso dell'1,58%, il DAX 30 di Francoforte segna +1,96%, mentre il Ftse100 di Londra chiude in rialzo dell'1,67 per cento. Dopo una mattinata contrastata chiude in territorio positivo anche Piazza Affari con gli indici Ftse Mib e Ftse It All Share in crescita rispettivamente dello 0,95% e dell'1,11 per cento. Chiusura positiva anche per Wall Street, con il Dow Jones che guadagna lo 0,46% a 12.376,72 punti, il Nasdaq che sale dello 0,31% a 2.789,60 punti mentre lo S&P 500 cresce dello 0,50% a 1.332,41 punti.

Migliora il mercato del lavoro negli Usa
A spingere i listini è soprattutto il dato sulla disoccupazione negli Stati Uniti: il tasso è sceso in marzo all'8,8% dall'8,9% di febbraio. A marzo sono stati creati più posti del previsto, 216 mila secondo quanto riferito dal dipartimento del lavoro Usa. In questo modo, tra febbraio e marzo, si chiude il miglior bimestre dell'occupazione e stelle e strisce fin dall'inizio della recessione economica. In media gli economisti prevedevano che su marzo sarebbero stati riferiti circa 190 mila nuovi posti di lavoro, con una disoccupazione stabile all'8,9 per cento. Marzo è il quarto mese consecutivo in cui la disoccupazione risulta in attenuazione negli Usa. Inoltre il dato sui nuovi posti creati segna un miglioramento della dinamica rispetto alle 194 mila posizioni lavorative in più registrate a febbraio. Con questo ultimo dato il tasso di disoccupazione risulta diminuito di un intero punto rispetto ai livelli di novembre.

Focus Piazza Affari
A Piazza Affari gli acquisti premiano Mediolanum (+2,9%), miglior titolo del FTSE MIB. Il gruppo di Ennio Doris martedì scorso ha diffuso i conti 2010, che hanno evidenziato un utile netto pro forma di 224 milioni, in crescita del 3% annuo con un dividendo proposto di 0,155 euro per azione. Ben acquistati i titoli della galassia Agnelli: Fiat (+2,66%) ed Exor (+2,86%) in attesa dei dati sulle immatricolazioni auto in Italia. Resta alta l'attenzione degli operatori su Parmalat. Il cda dell'azienda ha deliberato per il rinvio dell'assemblea del gruppo alimentare conteso dai francesi di Lactalis e dalle possibili cordate italiane.

Rebus aumento di capitale per le grandi banche
A Piazza Affari leggero rimbalzo (+1%) per Intesa Sanpaolo reduce da un tonfo su voci di aumento di capitale. Poco sopra la parità invece la chiusura dell'altra big Unicredit. Dopo l'annuncio della ricapitalizzazione da parte di Ubi (pagato pesantemente in Borsa), gli investitori si chiedono chi potrebbe essere chiamato, in funzione dei nuovi parametri individuati da Basilea III, alla ricapitalizzazione. Poco più di un mese fa uno studio di Mediobanca securities indicava in 22 miliard il deficit patrimoniale per i 7 istituti italiani più importanti. Tra questi 8,37 sarebbero a carico della sola Intesa Sanpaolo. Il gruppo di Ca' de Sass ha oggi risposto la posizione sull'operazione straordinaria verrà resa nota dopo i consigli del 5 aprile. Il mercato, però, sembra crederci (ieri il titolo ha perso il 4,5%) e le stesse dichiarazioni di Giuseppe Guzzetti, presidente della Cariplo («se ci presenteranno buoni piani industriali...non ci tireremo indietro») sono un indizio che qualcosa si muove sul cuore patrimoniale di Intesa. Rispetto a UniCredit Manfred Bischoff, consigliere in rappresentanza degli interessi tedeschi ha detto che «al momento il gruppo ha una base di capitale adeguata» e questo vale «anche per il futuro prossimo».

I mercati dell'Asia
In mattinata, l'indice Nikkei ha chiuso la seduta odierna alla Borsa di Tokyo in flessione dello 0,48% a 9.708,39 punti, perdendo i guadagni realizzati negli ultimi giorni. Gli operatori hanno scelto di stare alla finestra, in attesa del dato sul'occupazione Usa. Poca attenzione e non poteva essere diversamente, ha ricevuto il rapporto trimestrale Tankan della Bank of Japan, che segnala un miglioramento del business sentiment giapponese. L'indice, infatti, non tiene conto del terribile terremoto-tsunami che ha colpito il paese l'11 marzo scorso. E non prende in considerazione nemmeno l'impatto del pericolo nucleare che, giorno dopo giorno, preoccupa sempre di più in quel di Fukushima.

Diverso, invece, il dato sue vendite sul mercato interno giapponese di nuove auto, camion e autobus: dopo il sisma sono scese del 37% rispetto all'anno precedente a marzo. Un trend dovuto anche al blocco della produzione per la carenza di energia elettrica.

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